di Tommaso Ciuffoletti
Ci sono alcuni personaggi fiorentini il cui ritratto non può non essere fatto. Questo perché nel tempo sono assurti al ruolo di vere e proprie leggende metropolitane, di una città che però non è una metropoli. Ecco perché più che leggende metropolitane, forse si tratta di quei personaggi da mitologia paesana, che si trovano anche una città come Firenze. Rolando è a pieno titolo uno di questi personaggi.
Si è guadagnato questo titolo grazie, va detto, ad una dedizione al lavoro che, per quel che posso dire, ricordo indefessa. “Oyé! Quieres cerveza frìa?” era un invito che non potevi evitare se trascorrevi le tue serate di metà anni 2000 in piazza Santa Croce (ma anche in Santo Spirito o in altri luoghi classici della vita notturna fiorentina). Perché questo faceva Rolando, vendeva birre che si portava appresso in uno zaino.
Stava a metà tra il venditore ambulante e una sorta di precursore dei vari servizi di consegna rapida a domicilio. Se avesse avuto una app con rilevatore satellitare, credo che avrebbe potuto fare un business non indifferente. Credo sia giusto dedicare infine una breve nota sulla promessa che la birra fosse frìa perché io me la ricordo invece piuttosto tiepidina. Ma anche questa nota va a disegnare il profilo di un venditore che deve comunque dirti che la sua merce è buona, nel tentativo di vendertela. Per certi versi, si può dire, Rolando era un vero professionista.