di Asia Neri
Il programma NAM – Not A Museum di Manifattura Tabacchi inaugura il secondo progetto espositivo del 2022, questa volta con una curatela in duo ad opera di Bruno Barsanti e Gabriele Tosi. Adesso no è il titolo della mostra collettiva che abiterà il basement di MT dal giovedì 5 maggio a domenica 5 giugno, creando una sovrapposizione spaziale con l’esposizione The Vernal Age of Miry Mirrors al piano superiore. Adesso no si trova nei sotterranei dell’edificio, e non poteva essere altrimenti. Lorenzo Lunghi, Cecilia Mentasti, Amitai Romm, Elisa Strinna, Evita Vasiljeva, Jason Hendrik Hansma e Kristoffer Kjærskov sono stati chiamati a interagire con l’infrastruttura, approcciandosi in modo site-specific a questo spazio di transizione che ospita tubature, cavi e canaline. Questi elementi di arredo, solitamente funzionali alla vita di un ambiente produttivo, divengono un leit motiv capace di veicolare la rottura degli automatismi connaturati al paradigma tecnologico.
Adesso no vota l’anti-tecnologia e l’anti-efficienza
L’iper-ottimizzazione viene meno in Unproductive Glory di Elisa Strinna, la video proiezione che documenta l’esplosione di grossi tubi all’interno del basement di una banca; nell’ingannevole insegna The Anxiety Parasite di Lorenzo Lunghi che, tra cavi e led, segnala un’uscita di emergenza fisicamente assente; nell’opera Bed-room-bed di Evita Vasiljeva, dove il telaio dei tre letti installati non è altro che una maglia di cavi elettrici privi di destinazione d’uso.
L’esasperazione dell’efficienza viene problematizzata e reinterpretata anche da Cecilia Mentasti attraverso degli spot segnaletici; con Ovunque ma non qui, l’artista invita in pubblico alla ricerca di vie d’accesso non codificate in un continuo dirottamento del percorso di visita. Il concetto dell’anti-percorso si configura anche come scelta curatoriale, Bruno Barsanti e Gabriele Tosi individuano per Adesso no un ingresso e un’uscita non convenzionali, insistendo sulla deviazione imprevedibile del visitatore. L’invito è quello di concedersi la percezione dello spaesamento, di reinterpretare la simbologia del comando, di riorientarsi grazie alla propria autonomia di pensiero e a un rinnovato margine di manovra.
Un cocktail di industria e ambiente
Defuzionalizzazione e ricalibrazione. Le parabole di Amitai Romm si inseriscono nello spazio con una configurazione asimmetrica: Parable richiama un modello di trasmissione delle frequenze anomalo e una vertigine temporale che separa i due dischi industriali dai fossili paleozoici sopra installati. L’allusione site-specific ai materiali di produzione e scarto unito al riferimento naturalistico è un connubio che caratterizza anche le installazioni di Kristoffer Kjærskov e di Jason Hendrik Hansma. Il primo lavora sulla riemersione dello spazio esterno attraverso la semitrasparenza della parete che chiude all’interno di un interstizio alcuni oggetti raccolti fuori da Manifattura Tabacchi. In Partition Wall, è evidente il richiamo alla dimensione della natura nelle calde cromie dei led che irradiano una parte dello spazio espositivo di una fonte luminosa assimilabile a quella della luce del sole. L’intervento di Hansma invece si realizza nella proiezione di un laser all’interno di un ascensore montacarichi che, nel fluttuare dall’alto al basso, si rende analogo al movimento dell’acqua e delle maree e, al contempo, la scannerizzazione degli strumenti tecnologici.
La tecnologia è importante, ma anche tutto il resto
La tecnologia diviene vettore verso l’ignoto, suggerendo un’esperienza di disconnessione all’interno del vano tecnico di Manifattura Tabacchi, assecondata anche dall’esiguo segnale telefonico. Ecco dunque il richiamo allo stile di vita ‘onlife’(dalla fusione dei termini ‘online’ e ‘life’), ovvero di una quotidianità ininterrottamente connessa al Web 2.0 e alle sue direttive. Dai social network alle app pensate per ottimizzare la nostra routine (alimentazione, studio, sonno, attività fisica), l’automatismo sembra essersi mangiato sempre di più il nostro spazio vitale e riflessivo. Bruno Barsanti e Gabriele Tosi ci propongono alcune strategie di sabotaggio, dissimulazione e meditazione per trovare nuovi modi di reagire e relazionarci con ciò che ci circonda. Ed ecco il legame con il titolo della mostra. Nella pubblicità di una nota azienda italiana di telecomunicazioni, Leonardo Di Caprio riceve un sms mentre si trova disteso su un prato. Lo schermo del telefono riporta il messaggio “Quando sei di ritorno?”, al quale lui risponde “Adesso no”, tornano poi a rilassarsi e immergersi nella natura. Nonostante lo spot del 2000 sia abbastanza datato, rappresenta comunque una buona sintesi del concept di questo progetto espositivo. “La tecnologia è importante, ma anche tutto il resto” è lo statement di chiusura del video: una vera e propria dichiarazione d’intenti che, a distanza di ventidue anni, sembra non aver perso la sua capacità comunicativa.