“Take me”, prendimi. Il muro di un palazzo in centro a Firenze, un volantino con questa frase e il profilo di una mano, il disegno di un volto: mi fermo e torno indietro. Stacco i fogli e leggo: “TTAAP. And if you do it, please write to…”, con l’indicazione dei profili social e di un indirizzo mail.
Infilo la piccola opera d’arte nella borsa, felice di averla potuta portare via con me. Mando una mail; non so neanche se il disegnatore sia un uomo o una donna. Scopro che si tratta di un singolo artista, ma ottengo solo un’intervista telefonica, per rispettare l’anonimato.
The Take Away Art Project, sintetizzato con TTAAP, è un acronimo identificativo del progetto in sé, non di chi c’è dietro. Il nostro artista, che dissemina disegni in giro per la città, lasciando che qualcuno li porti via, inizia a sperimentare questa forma di street art nel 2013 a Monaco, dove attacca il primo disegno. Formatosi da autodidatta, TTAAP disegna moltissimo fin dall’infanzia, soffrendo dell’idea di tenere chiusi nei cassetti così tanti disegni. Quel gesto casuale diventa una forma d’espressione distintiva e liberatoria, l’unica modalità con cui sceglie di interagire con il pubblico. Inizia a “liberare” i disegni anche a Firenze, volendo fare arte “senza mediatori”, arte intesa come “forma di comunicazione fra l’artista e il pubblico, in un dialogo che prevede un contatto molto rapido”.
TTAAP consiste in un’arte effimera, che viene rimossa velocemente, non destinata a rimanere nel tempo in uno stesso luogo. Rientra nello schema dei cosiddetti “abbandoni”, per cui alcuni artisti, come Frenopersciacalli e Mhalaballana, decidono di abbandonare delle creazioni nei posti più disparati, consentendo a chi passa di portarle via. I disegni di TTAAP traducono su carta emozioni ed immagini mentali che si esprimono attraverso gesti istintivi. Volti umani tutti diversi e stilizzati, come i tanti animaletti e gli alberi, riempiono di colori i soggetti di TTAAP, in una particolare sintesi delle forme. I tratti fluidi e poco caratterizzati, le tecniche tutte diverse, passando dalla china alle tempere all’inchiostro da stilografica, in un mix continuo, rispecchiano un’esigenza di spontaneità.
Ma è la modalità di fruizione che contraddistingue TTAAP. Sono piccole opere, racchiuse nel formato A4, messe “a disposizione di tutti”, facili da portare via per chi le trova e le sceglie, in una visione artistica basata sulla gratuità. I disegni sono attaccati principalmente nel centro città o a Campo di Marte, sui pali stradali o sui muri dei palazzi, solo con scotch biadesivo, per non rovinarne le superfici. Nel corso degli anni, persone diverse per età ed estrazione sociale hanno apprezzato TTAAP, mai criticato dai fiorentini che, invece, si sono mostrati aperti alla sua street art, vissuta non come degrado, ma come arricchimento della città. Il progetto non ha la forza di un murales, ma “il fatto stesso di interagire con lo spazio urbano è un messaggio sociale”. Qui, il take away diventa possibilità concreta di portare via un’esperienza che si vuole rivivere, un pezzetto di città che si vuole custodire in privato.
In un’epoca in cui l’arte è diventata solo un codice digitale o un like sui social, l’idea di incontrarla per strada e farla nostra, senza intermediazioni, è una forma di libertà. Alla prossima cena dal vostro migliore amico, fate caso ai disegni esposti in salotto, potreste riconoscerne uno di TTAAP, trovato casualmente in strada e portato via con spontaneità.
Per informazioni:
Facebook; facebook.com/ttaap
Instagram: @thetakeawayartproject
Mail: [email protected]