Ci sono gli stipendi milionari, ci sono i diritti televisivi, ci sono i brand sul pallone e sulle maglie. C’è poi il gioco del calcio. Ci sono gli stadi, le scale elicoidali, i posti seduti, gli Skybox, le sale stampa, le accomodations.

C’è poi la Piera, a Firenze. La Piera in Curva Fiesole, da non confondere con l’omonima e più famosa paninara dello stadio. La signora in questione non è una semplice tifosa fiorentina, lo si capisce subito parlandoci al telefono. “Io oramai sono vecchia” dice, con piglio tosto, “ma finché le gambe mi reggeranno la partita la guardo in piedi e del resto le partite si guardano allo stadio, che è tutta un’altra cosa”. Ma la Piera oltre che tifare viola ha una marcia in più, quella di pensare alla partita come un momento di aggregazione, qualcosa di strano per chi non si sia mai cimentato in questa dimensione che non ha il solo fine del risultato. Qualcosa che va oltre, ed è quello per cui decine di migliaia di persone si avventurano in una infrastruttura per vedere se un gol entri oppure no. È chiarissima la Piera, quando mi avverte di non chiederle nulla di tecnico sul gioco del calcio, ed ha ragione.

Lei è in curva Fiesole da tanto tempo, in uno spazio dove suo marito e suo figlio hanno passato le domeniche e dove lei ancora apparecchia, quando c’è modo, per venti persone: primi, dolci e quello che le va di cucinare. “Ci andavo in autobus, ora c’è una coppia che mi accompagna con piacere: porto la minestra di pane, le lasagne e i dolci. Lo facevo quando ero custode del campo sportivo a Scandicci, e qualche ragazzo in curva a Firenze mi ha chiesto di fare lo stesso. Mi piace, ci sto bene coi giovani a tifare Fiorentina”.

La Piera è l’amore per la condivisione, è la risposta al calcio che vuole solo trofei e numeri. È la prima risposta anche verso coloro che cinicamente blindano il calcio a intrattenimento per beceri, senza pensare che sia una forma di comunità per tutti. Da tifoso viola penso che la Piera sia la nostra Champions League. Con la nazionale fuori dai Mondiali questo gioco sta morendo per i bambini e per tutti noi, ma se ripartiamo dallo spirito di questa signora ce la possiamo fare. Magari con un piatto di lasagne condivise in curva tutto sarà migliore. Siamo sicuri e #forzaviola.