di Carlo Benedetti

Testo [come si diventa un libro] è un salone del libro e dell’editoria previsto alla Stazione Leopolda i prossimi 25, 26 e 27 febbraio.

Nato dalla collaborazione fra Todo Modo e Pitti, e atteso al debutto nell’ormai lontanissimo 2020, si aggiunge ad altri due festival cittadini legati alla lettura: Firenze RiVista e La città dei lettori. La Stazione Leopolda sarà per l’occasione organizzata in sette stazioni e ognuna racconterà una fase della vita di un libro: dal lavoro dello scrittore a quello dei lettori, ospitando incontri, presentazioni ed eventi.

Le due grandi navate vedranno gli stand delle case editrici presenti – dalle maggiori a quelle indipendenti – adottando una formula inedita: solo 40 titoli a testa. Nell’era della sovrabbondanza informativa less is more? Ambizioso il programma: oltre alle attività previste alla Leopolda, con un gioco di preposizioni, nasce Pretesto, pre-salone all’interno di librerie, musei e gallerie d’arte, negozi e luoghi di ritrovo della città, e Contesto, salone “off” negli stessi giorni, ma aperto ai tanti luoghi di cultura fiorentini.

La bibliodiversità, ossia la diversità culturale applicata al mondo del libro, è uno dei cardini del salone che aspira ad una presenza paritaria di editori piccoli e grandi e quindi di pubblici diversi: appassionati lettori, addetti ai lavori, esperti e semplici curiosi. L’altro è una sinergia con la città e gli operatori culturali. Qualche edizione fa, al blasonato Salone del Libro di Torino era stato creato uno spazio Superfestival che accoglieva i principali festival culturali italiani dandogli visibilità e risonanza.

Vista la ricchezza di Firenze, Testo potrebbe farsi ispirare? Infine, aleggia su Testo, così come su tutti gli altri eventi culturali di questo inverno, l’ombra lunga di una pandemia che non demorde. Le misure anti-covid sono già previste e ci auguriamo siano sufficienti a convincere i lettori a partecipare.