Che significa KEU? Potremmo quasi spiegarlo nell’apposita rubrica È tutto nei termini. Wikipedia lo definisce “un residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, che viene miscelato con carbonato di calcio dando luogo ad un conglomerato noto come plastofill: questo può essere impiegato per la realizzazione di asfalti o usato come additivo del calcestruzzo. Può essere adoperato anche come materiale di riempimento, ad esempio per la costruzione di rilevati stradali”. Di sicuro nulla ne sapevano (o quasi) i non addetti ai lavori prima dell’’indagine della Dda di Firenze sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nello smaltimento dei rifiuti delle concerie, ad aprile scorso. Ciò ha inevitabilmente dato adito a una serie di preoccupazioni e grattacapi piuttosto pesanti, che vanno dalla salute (per i cittadini) al penale (per chi ricopre o ricopriva posizioni di responsabilità industriali e politiche).
Per quanto riguarda i rischi di salute, ancora su Wikipedia è scritto: “Anche quando sia miscelato a laterizi o pietrisco, se interrato può contaminare le acque sotterranee e la falda freatica”. Calandoci nel contesto (come il KEU), la vicenda si snoda tra Santa Croce sull’Arno, capitale toscana del cuoio e delle pelli, presso cui ha sede ildepuratore che tratta i materiali di scarto, ed Empoli, nel cui comune è stata inaugurata nel 2019 la variante SS429, sotto la quale si trova proprio l’ormai famigerato KEU.
Su La Nazione del 29 settembre, la giornalista Irene Puccioni intervista Daria Duranti, geologa di SIGEA, che ha condotto l’estrazione di KEU dall’Aeroporto di Pisa. Dichiara. “Il keu non si può smaltire. Ci sono però dei trattamenti chimici che possono degradare gli inquinanti che contiene. Si può dunque trasformare il materiale e renderlo non più nocivo. Le varie tecniche di trattamento dipendono dalla concentrazione di inquinante presente”. Quanto inquinante contiene la 429? Come è stato trattato? Quanto ne è stato utilizzato per il riempimento del manto stradale? Da quanto tempo va avanti questa storia? Queste sono le domande a cui Samuela Marconcini, coordinatrice dell’Assemblea Permanente No Keu, sembra per ora non trovare risposte adeguate.
L’assemblea, un insieme di cittadini, realtà sociali (tra cui Arci, Non una di meno, ANPI) e politiche (Toscana a Sinistra, PRC, PaP) nasce il 20 aprile e chiede di far chiarezza anche su quesiti più semplici ma essenziali, come ad esempio se è possibile bere acqua dal rubinetto. Il documento programmatico e gli aggiornamenti sono consultabili sia sulla pagina che sul gruppo aperto Facebook. La contattiamo il 30 ottobre, mentre è a Roma, alla contromanifestazione per il G20 sul clima.
Tre giorni prima, Samuela è apparsa su La7 all’interno di Non è l’Arena di Massimo Giletti, trasmissione che ha alzato molta polvere, in fatto di sensazionalismo. E lì, mal celando la fatica fatta per un minimo di voce e visibilità, dichiarava: “in un certo senso dobbiamo ringraziare la ‘ndrangheta se si comincia a far luce sulla faccenda”. Sottolinea la stima per il lavoro che sia la Direzione Distrettuale Antimafia che Arpat stanno conducendo, seppure in posizione più defilata, e che si può aderire all’assemblea come comuni cittadini: c’è insomma bisogno di forze fresche e decise. L’ospite in studio e direttrice de La Nazione Agnese Pini (in seguito al servizio con il governatore regionale) dice però che una presa di impegno c’è pur stata.
In effetti il 23 ottobre esce una dichiarazione dell’Assessore Monia Monni sul sito del Corriere Fiorentino: “Da aprile a oggi la Regione si è mossa per quel che poteva. Infatti, sono già in corso la messa in sicurezza dei siti coinvolti, mentre per le bonifiche ci sarà da aspettare […] fino a fine consiliatura”, che scade nel 2025. Qualche giorno prima (il 12/10), su La Repubblica, la Monni annunciava i lavori di impermeabilizzazione del tratto di strada: “Il monitoraggio è costante, collaboriamo con Arpat e i sindaci”.
Il resto è cronaca, e come tale suscettibile di annunci, smentite e, fino a un paio di mesi fa, generale silenzio. Per parafrasare il maestro Battiato: Shock in my town, KEU underground.