Quante cose abbiamo scoperto di noi in questi mesi? Quante fragilità ma anche quanta voglia di trarre qualcosa di buono da ciò che è capitato. Come hanno fatto Gianpiero e Claudio, due ragazzi con una grande passione in comune: raccontare la realtà filmandola.

Come vi siete conosciuti?

Gianpiero: “Eravamo entrambi impiegati presso un’azienda di arredamento. Io mi occupavo dei social e Claudio faceva storytelling. Io mi sono laureato l’11 marzo 2020 in disegno industriale e il 12 è stato il mio ultimo giorno di lavoro. Ci siamo trovati, anche a causa del Covid, entrambi nella stessa situazione e con il comune obiettivo di voler raccontare storie”.

Claudio: “La Pandemia, specie nei primi mesi, ha davvero rischiato di mettere in ombra tante situazioni anche molto gravi che andavano avanti da prima. È così che è nato il nostro primo progetto: con l’obiettivo, attraverso la storia di un singolo, di raccontare una comunità in protesta”.

Si intitola “Questa Vita ha più da Offrire o da Soffrire?” il primo lavoro realizzato da Gianpiero Martino e Claudio Carbone, un cortometraggio documentario sulla crisi del cementificio Sacci di Greve in Chianti raccontata attraverso le parole di Beatrice che, con grande coraggio e dignità, affronta la difficoltà dell’incertezza sul proprio futuro lavorativo a 49 anni.

Come avete scelto questo soggetto?

Gianpiero: “Per andare al lavoro ogni giorno passavo davanti al picchetto di questi lavoratori in protesta, al mattino presto, talvolta sotto la pioggia. Mi ha colpito molto questa immagine di tenacia e ci siamo avvicinati a loro. È stato Claudio a individuare Beatrice come interlocutrice perché come dice lui “i suoi occhi parlano”.

Claudio: “All’inizio era restia e molto timida, per questo quando si è aperta è stata così sincera. Siamo entrati nel suo mondo e in quello dei suoi compagni di protesta, nelle loro case (proprio a casa di Beatrice è ambientata parte del documentario). Le persone tendono ad allontanarsi dalla sofferenza degli altri come se fosse contagiosa, per questo noi raccontiamo delle storie di reazione alle avversità, per favorire una immedesimazione non per forza negativa”.

La reazione alle difficoltà è anche soggetto del vostro ultimo lavoro.

Claudio: “Abbiamo conosciuto Antonio: 40 anni, lavoratore, molto sportivo, un calciante storico. Anche lui vive a Greve in Chianti. Di punto in bianco un paio di anni fa ha contratto una infezione midollare che lo aveva inizialmente condotto alla totale immobilità. Ci ha raccontato la sua storia incredibile, da quando riusciva a muovere solo gli occhi alla quasi completa ripresa”.

Gianpiero: “Un percorso il suo che ha attraversato fasi diverse, ma che ha avuto come costante un lavoro fisico incredibile fatto di allenamenti e fisioterapia. La sua storia sarà pronta nei prossimi mesi”.

Continuerete a raccontare il territorio toscano?

Gianpiero: “Certo ma non solo! Abbiamo fame di filmare altre storie e ci sono anche dei progetti che ci porteranno sicuramente fuori”.

Claudio: “Siamo però realisti, per continuare questo lavoro ci vuole un’attrezzatura di cui ancora non disponiamo. L’inizio è stato naturale: una persona racconta la sua storia e noi abbiamo l’esigenza di far seguire le immagini al racconto. Ma per proseguire dobbiamo organizzarci”.

I lavori di Gold Valley Studio sono disponibili sul loro canale Youtube e sulla pagina Instagram col dietro le quinte.