TEENAGE FANCLUB “Endless Arcade”

PeMa

Abbiamo bisogno di certezze, di un porto sicuro, di un qualcosa che riesca ad accoglierci sempre, senza giudicare o chiedere. In musica ciò si traduce in quei suoni che ci risultano familiari sin da subito. Ci sono due band, più di altre, che hanno queste caratteristiche: Dinosaur Jr. – ma ne scriveremo sul prossimo numero di Frastuoni – e Teenage Fanclub. Quest’ultimi, scozzesi, sono nella categoria degli amori che non tradiscono mai. È dal 1997 che fanno musica, dapprima con quello che era definito indie, power-pop, dal taglio adolescenziale. Via via, pur cambiando pochissimo – giustamente, perché quello che fanno, lo fanno meglio di tutti – hanno levigato appena il sound, aggiornandone ovviamente le composizioni, cresciute con l’età. Il nuovo album “Endless Arcade” è il nono della loro carriera, costellata da capolavori come “Bandwagonesque” e “Grand Prix”, ed è esattamente la quintessenza di ciò che sono i Teenage Fanclub: melodie in grado di scaldare il cuore o spaccarlo, intrecci vocali westcoastiani – nessuno mai mi convincerà del fatto che i TFC siano la versione europea e aggiornata dei The Beach Boys – tastiere soffuse e ritornelli talmente belli da sembrare sole dopo giorni di tempesta. L’album cammina su una linea in bilico tra il malinconico, l’edificante e le semplici verità della vita: l’importanza della casa, di una comunità, insicurezza, ansia e perdite. Quindi è il solito album dei Teenage Fanclub? Sì, e per questo è bello.

IOSONOUNCANE “Ira”

Numero 1/La Famosa Etichetta Trovarobato

Cinque anni e gestazione lunghissima, allungata ulteriormente dalla pandemia, per “Ira”, il nuovo e atteso album di Iosonouncane, ovvero Jacopo Incani. Nel frattempo, dopo il precedente “Die”, la figura di Iosonouncane si è ritagliata un eremo lontano anni luce dalle attenzioni riservate alla ex-scena indie adesso mainstream italiana, forte di un pubblico già ampio e solidissimo pur con una proposta tutt’altro che semplice. E se già l’approccio non era proprio ortodosso, “Ira”, che esce in collaborazione tra Trovarobato e la rinata e storica Numero 1, butta giù un carico niente male, 17 brani per un’ora e cinquanta di musica. Un lavoro che richiede una certa attenzione, scommettendo forte quando ormai siamo abituati a consumare tutto (troppo) velocemente. “Ira” è una chiara evoluzione, stra-ampliata, di “Die”, dove Jacopo si è messo in gioco non più come semplice cantautore, ma anche e soprattutto come arrangiatore e compositore guidando un ensemble di musicisti sui quali ha modellato strutture, arrangiamenti, timbri, dinamiche e trame vocali. Proprio quest’ultime sono la novità più interessante, grazie a quella che può essere considerata una bozza di lingua che mischia inglese, arabo, francese, spagnolo, tedesco, italiano. Una lingua dell’errore incastrata su arrangiamenti monumentali e perfetti in un panorama sonoro sconfinato tra elettronica, psichedelia, echi del Maghreb, parti cinematiche morriconiane e reminiscenze jazz. Un disco importantissimo e necessario che richiede attenzione, sì, ma che regala un senso di libertà tutto suo. Brani consigliati: ‘Hiver’, ‘Soldiers’ e ‘Fleuve’. 

GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR “G_d’s Pee AT STATE’S END!”

Constellation 

Ho due bimbe, una di tre anni e l’altra di otto. Non so per quale motivo, forse per i disegni più che per le trame (complesse, soprattutto per la piccola), ma entrambe sono super fan di Miyazaki. Ho sfruttato quindi questa situazione per proporre alle due “Conan il ragazzo del futuro”, da poco disponibile su una di queste piattaforme di video streaming. Mentre riguardo gli episodi accompagnati dalla già ottima colonna sonora, mi viene in mente che, se realizzati oggi, solo un gruppo potrebbe creare delle musiche per quelle immagini claustrofobiche e post-apocalittiche, ovvero i Godspeed You! Black Emperor. “G_d’s Pee AT STATE’S END!” è il nuovo album della formazione canadese ed è diviso in due suite – nell’edizione in vinile, una in 10” e l’altra, quella più violenta, in 12” – che invitano l’ascoltatore, sempre con parti strumentali, ad aprire definitivamente gli occhi (in effetti i GY!BE scrivono questa cose da fine anni ’90) e a ribellarsi a forme di governo fallimentari, ponendo fine a guerre e forme di imperialismo per una tassazione dei ricchi affinché diventino poveri. Post-apocalittici, ma ahinoi, pre-utopistici, i GY!BE  hanno comunque chiuso il cerchio delle loro premonizioni socio-politiche di inizio carriera con un lavoro prezioso estremamente contemporaneo e commovente, dove i soliti crescendo, seguiti da esplosioni quando non implosioni, si alternano a momenti jazzati, minimali, psych e rock, nel suo senso più cerebrale. Immensi.

FRASTUONI SU SPOTIFY

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori branisia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. In copertina Iosonouncane.

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