Lo scorso autunno con la Toscana in zona rossa, una ragazza sfreccia nella notte a bordo della sua bicicletta di ritorno da un set pubblicitario. Lei è Zoe Giudice: 30 anni, milanese naturalizzata fiorentina, che da 6 anni lavora a Bottegacinema, la casa di produzione fondata da Paolo e Tommaso Pratesi nel 2002 nel pieno centro di Firenze.
Da Milano a Firenze ma passando per Roma
“Sono nata a Milano quindi la pubblicità è nel mio DNA. Ho frequentato il corso di produzione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Da lì è iniziato il lavoro nel cinema, nel settore della produzione; l’esperienza più bella è stata il set de La Grande Bellezza. Un lavoro intenso di cui ricordo la lunga preparazione per le scene girate di notte in dei posti incredibili e con moltissime comparse. Giravamo dalle 6 del pomeriggio alle 6 del mattino. Per chi fa produzione è la più preziosa delle occasioni. Poi ho cambiato strada e ho scelto Firenze e Bottegacinema dove sono impiegata come Producer Interna da circa 6 anni”.
Di cosa ti occupi nello specifico?
“Bottegacinema è una casa di produzione che progetta e produce soprattutto spot pubblicitari e filmati aziendali. La sua forza è quella di seguire ogni lavoro in tutte le sue fasi: dalla parte creativa alla pianificazione fino alla produzione, ovvero il set o la realizzazione in CGI e la post produzione e il montaggio”.
Cosa è accaduto lo scorso autunno, e come è cambiato il vostro approccio?
“A fine novembre, mentre eravamo in zona rossa, era tutto pronto per girare uno spot per la Kinder Ferrero destinato al mercato estero. Due giorni di riprese in esterna, per cui abbiamo attuato tutte le misure di sicurezza, che hanno dato vita al primo spot tv Kinder girato in Italia con live action e attori totalmente a controllo remoto. Sia l’agenzia che il cliente non erano fisicamente presenti ma dovevano essere costantemente connessi controllando il girato in tempo reale. Avevamo quindi una camera principale per l’azione e una per il backstage, tramite la quale loro potevano osservare il nostro lavoro. Ora in molti si stanno organizzando in tal senso e uno dei primi problemi che si pone è la necessità di fare due scouting per le location: uno per le riprese e uno per valutare la qualità del segnale di connessione a internet che è diventato vitale. Nello stesso periodo abbiamo lavorato a dei video di animazione e computer grafica per una grossa convention virtuale, sviluppando tutto in tempi stretti e con molti collaboratori in smartworking. Capitava spesso di finire molto tardi e mi sono ritrovata a rientrare a casa dal centro, dove si trova la sede di Bottegacinema, in una Firenze davvero spettrale”.
Un segnale molto positivo per tutta l’industria legata alla produzione di contenuti audio e video.
“Considero una grande fortuna l’aver potuto lavorare in queste circostanze. Il mondo del video e dell’intrattenimento andrà avanti nonostante tutto e in qualunque sua forma proprio per l’attrazione verso immagini e suoni che appartiene a noi esseri umani. Le tecnologie sono in continua evoluzione. Noi abbiamo avuto un notevole incremento di richieste di video e computer grafica e una netta diminuzione di shooting tradizionali. Questo fenomeno già si registrava prima del Covid e ora è aumentato. Le aziende stanno cercando soluzioni a minor budget e il rischio è che ci si affidi a microproduzioni composte da una sola persona con prezzi più economici. Per garantire la riuscita di un progetto è invece importante che ci sia una pluralità di specialisti, anche in considerazione delle norme che devono essere osservate. C’è un altro tipo di protocollo di sicurezza che va garantita al cliente, cioè quella digitale: noi facciamo continui backup con strutture apposite. A questo servono le case di produzione”.