Tra le tante personalità straordinarie del mondo dell’arte che il 2020 si è portato via rientra anche Lea Vergine.

La vita

Interessata sin da giovane all’arte e alla lettura (“mi ha salvato la vita”) e dotata di una peculiare capacità di critica e di intuito, iniziò presto a recensire e organizzare mostre, portò a Napoli Lucio Fontana e fu uno scandalo (scrissero che quel suo gusto per i buchi manifestava dei disturbi sessuali). Negli anni successivi si trasferì a Roma e poi a Milano dove poté frequentare le gallerie più sperimentali e interessarsi all’arte cinetica e programmata oltre che alla body art.

L’arte

Dalla personalità intrigante ed eccentrica, sfuggente e allo stesso tempo incredibilmente permeante, in una recente intervista alla domanda “perché l’arte è importante?” Lea Vergine ha risposto: “Perché l’arte non è necessaria, è il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici nella vita è il superfluo, quello che non serve.

Riascoltandole ho pensato che queste parole risuonassero oggi incredibilmente calzanti e significative. Nei lunghi mesi che abbiamo alle spalle, migliaia di persone nel campo dell’arte e dello spettacolo sono rimaste senza lavoro a causa delle limitazioni imposte a questo settore. Per la maggior parte di noi, però, l’impossibilità di andare al cinema o a teatro, di vedere una mostra o visitare un museo, non ha arrecato alcun danno materiale alla conduzione delle nostre vite – in fondo il numero degli individui che grazie alla cultura vive, lavora o guadagna è molto più basso rispetto agli altri – eppure su ognuno di noi quelle limitazioni hanno avuto un peso fortissimo. Cos’è necessario e cosa superfluo dunque? Forse aveva ragione Lea Vergine nel sostenere che ciò che non ha un riscontro tangibile e immediato sulle nostre vite custodisce il dono di potercele davvero migliorare. Al di là delle polemiche su cosa sarebbe potuto andare meglio, il mio augurio è che dal momento in cui tutto questo ci è stato tolto possa scaturire la consapevolezza del valore di certe attività e del loro bisogno, o se preferite del superfluo.