Se leggete “La storia del Blues” di Roberto Caselli (2° ed. Hoepli 2020) all’interno della scena blues italiana attuale, troverete citato il Delta Blues Duo, formato da Matteo Pancrazi e Daniele Guerrini, rispettivamente chitarra/voce e armonica.
Matteo lo avete visto anche nello spot di European Social Sound 4U, nei panni di un aspirante rocker alle prese con la ricerca del riff perfetto. E in effetti la ricerca e la cura dei suoni sono il marchio di fabbrica di Matteo, che si definisce un “tradizionalista del blues”.
Impegnato in diverse formazioni, una delle quali anche creatrice di inediti, i Black Cat Bones, Matteo è un instancabile filologo: non solo il blues del delta del Mississippi quindi, ma anche un repertorio “più raffinato, in chiave Piedmont” che spazia tra gli anni ’20 e ’30 del ‘900.
Una musica che suonano in pochi forse, che può essere percepita come datata, ma alla quale lui si dedica anima e cuore. Live si presenta senza pedali, e ottiene distorsioni ed effetti solo con i potenziometri della chitarra, come appunto i suoi miti di riferimento. Strumento principe è la Gibson Les Paul, ma si destreggia anche con Fender Telecaster e Stratocaster, nonché con una incredibile cigar box guitar.
Insomma, qualsiasi strumento a corda su cui sia possibile usare uno slide, un ritmo shuffle e un mood nostalgico. Il repertorio dei Black Cat Bones mette insieme “tutto il blues, dal delta al Chicago, ma ci piace anche il folk da Bob Dylan a Crosby, Stills, Nash & Young… Anche il country rock degli Eagles e poi il country tradizionale e l’honky tonk di Johnny Cash… più o meno tutta la musica americana!”.
La band, che vede Nicolò Campolmi alla seconda chitarra, Marco Torretti al basso, Emanuele Capaccioli alla batteria e le “ospitate” dell’armonica di Daniele, scrive anche musica propria ispirandosi “ai più recenti Trucks Band, Black Crowes, Blackberry Smoke e tanti altri” e la scaletta dei loro concerti è in gran parte costituita da questo materiale inedito e tradizionale allo stesso tempo.