di Andrea Bertelli
L’attuale situazione riguardante il mercato del vino è un mare in tempesta. I vignaioli navigano su una scialuppa e non c’è terra all’orizzonte. La Toscana, regione di vigne, olivi e agriturismi è stata travolta in pieno. La crisi di mercato è stata scatenata dal blocco dei canali Ho.Re.Ca. (Hotellerie Restaurant Cafè, ndr) e del turismo, che probabilmente tornerà a regime soltanto dal prossimo anno.
L’impennata delle attività di e-commerce e delle vendite online non sono sufficienti a coprire l’offerta.
I produttori si sono così ritrovati al momento dell’imbottigliamento delle nuove annate con il mercato fermo, ordini inevasi e livelli elevati di giacenze in cantina.
Nel frattempo la natura non si arresta, la nuova vendemmia è in arrivo e l’annata si promette generosa.
“Cieli minacciosi su tutto il nostro piccolo pianeta: tutto sembra cambiare per poi restare uguale – afferma Elisabetta Fagiuoli dell’azienda Montenidoli di San Gimignano – la corsa del progresso ha subito un’accelerazione incredibile in questi ultimi anni, la pandemia ha provocato un arresto improvviso e un tentativo di ripensamento, ma la corsa sfrenata degli uomini riprenderà perché questa è la loro sorte”.
In questa situazione difficile è però legittimo chiedersi come sia possibile che a una regione come la Toscana, dove ogni anno si registrano più di 40 milioni di presenze, bastino due mesi per entrare nella crisi più completa? “Questa situazione sta mettendo tutti in ginocchio, i clienti da 3 mesi sono spariti nel nulla, come rapiti dagli alieni, il vino rimane in cantina e la vendemmia si avvicina – dice Roberto Bianchi dell’Az. agricola Val delle Corti, presidente dei Vignaioli di Radda – molti produttori hanno necessità di fare posto in cantina. Il rischio grosso consiste nel crollo dei prezzi del vino, soprattutto sfuso. É necessario un intervento pubblico per aiutare la filiera, sennò la situazione rischia di trasformarsi in un piano inclinato inarrestabile”.
I rischi per il territorio sono enormi, il lavoro e le conquiste fatte negli ultimi decenni da tanti produttori stanno venendo spazzate via in pochi mesi, le scelte virtuose e la qualità in questa economia non pagano.