L’Estate Fiorentina accompagna i cittadini da maggio a ottobre di ogni anno. È diventata un fattore identitario per la città e un valore aggiunto per i suoi ospiti. Inevitabile che il suo destino, per questa difficile stagione 2020, sia sotto i riflettori sin dall’inizio del lockdown. In breve: tra dicembre e gennaio il Comune pubblica due avvisi pubblici per la selezione di eventi culturali e artistici, uno per l’anno in corso e un secondo per il triennio 2020/2022.
Formula inedita questa, che interessa realtà da tempo attive nella vita culturale fiorentina e in grado di garantire una continuità di attività, in condizioni di continuità di contributi. Il Covid ha però interrotto i lavori delle commissioni e i risultati sono stati pubblicati a febbraio solo per il bando triennale.
Molto si è atteso – noto anche il caso di Firenze Rocks – per avere indicazioni chiare sul destino di questi progetti. La data inaugurale del 1 maggio è trascorsa lontana dai riflettori, mentre i diversi interessi in gioco hanno iniziato a chiedere rappresentanza. Da un lato si è sostenuta la necessità di spostare i progetti direttamente al 2021, poiché “i pochi clienti, tutti fiorentini in un’estate senza turisti, bastano a malapena per riaprire i locali esistenti” (posizione appoggiata da Confcommercio e Associazione Ristoratori Toscana). Dall’altro lato si è proposto di “chiudere al traffico alcune strade dando la possibilità alle attività presenti di occupare lo spazio per offrire prodotti in sicurezza” (proposta del consigliere M5S Masi).
Orientarsi tra le diverse forze in campo è difficile, tanto più in una situazione finanziaria che ha fatto paventare all’amministrazione lo spegnimento dell’illuminazione pubblica e la prolungata chiusura dei Musei Civici. È comprensibile che il mondo della cultura, già in fondo all’agenda politica del paese, chieda risposte. Palazzo Vecchio non ha dato risposte fino a maggio inoltrato. Il fine ultimo è garantire la sopravvivenza dei tanti lavoratori del settore e l’offerta culturale a beneficio della cittadinanza. Sarà possibile?