Musicista, artista di strada, menestrello di Ponte Vecchio: stiamo parlando di Claudio Spadi, personaggio e simbolo della città, che con le sue canzoni rende Firenze un grande palcoscenico metropolitano. 

Artista a tutto tondo, da sempre dedito alla musica, è cresciuto a Firenze a fianco di grandi musicisti e di una forte passione che lo porta ad esibirsi per le strade dal 1999. Dalle cover di musica italiana e internazionale, agli inediti che interpreta dal vivo davanti a un pubblico che proviene da tutto il mondo, ha sempre nuovi progetti che gli consentono di continuare a fare musica secondo le sue regole ma anche secondo quelle che non sempre dipendono dal volere di un artista.

“Il bando per i musicisti è biennale ma con i miei colleghi stiamo spingendo per farlo diventare quinquennale, come quello di altri artisti. Ogni due anni ci ritroviamo a dover fronteggiare una nuova selezione e una nuova situazione di incertezza. Un sistema non adatto a questo tipo di attività”.

Tra vincoli, licenze e concessioni di occupazione del suolo pubblico, imbattersi in quelli che sono invece i limiti pubblici è all’ordine del giorno

“La musica può diventare un lavoro ma nasce da tutt’altro. Esibirsi tra le vie di una città è fare arte per la città stessa, per le persone che la vivono o che passano di lì — continua Spadi — e anche la stagionalità incide molto: non possono essere applicati gli stessi orari per ogni mese, ne va della riuscita di quello che è questo lavoro oltre che della sua qualità”. 

In un contesto dove l’arte è la radice, il comune denominatore, fare buona musica non fa che accrescerne il repertorio. Restituire a chi guarda o a chi ascolta un’atmosfera che trasmetta serenità e che sia in armonia con i luoghi che incornicia non è che un valore aggiunto. “Tutto si riduce a un’ora e mezza di canzoni fatte in fretta. Non posso strutturare il respiro musicale e fare uno spettacolo come questo luogo merita. Dalle 20.30 alle 22.00, l’orario proprio in cui la gente è a cena. Sono scelte controproducenti, un lavoro reso privo di logica. Così come mettere un bando per le esibizioni in strada e poi lamentarsi del rumore, del disturbo e per gli orari delle esibizioni”.

Un teatro urbano per natura, penalizzato a causa di una visione forse troppo rigida nei confronti di quello che è la musica come forma di espressione. Una rigidità che ha delle conseguenze anche tra gli artisti stessi e che, come sostiene lo stesso Claudio Spadi, “favorisce gli abusivi, che eludendo bandi e regolarità, danneggiano se stessi e chi lotta perché questo possa cambiare”. 

Una visione che potrebbe alleggerirsi poiché il risultato può avere un risvolto più che positivo. “L’amministrazione dovrebbe veramente puntare sulla qualità dell’intrattenimento, sulle esibizioni dal vivo, in italiano. Qualcosa di simbolico culturalmente e che rispecchi il nostro Paese per le vie della città. So che le cose stanno cambiando, spero che apportino una nota positiva per quella che è l’essenza dell’arte di strada”.