Ha avuto vita breve il Muro della Gentilezza. Colpa della maleducazione di pochi e di chi ha scambiato l’iniziativa di solidarietà come un’alternativa allo svuota-armadi. Eppure l’idea lanciata da Social Street Bellariva era nata con uno scopo preciso: prendi se ne hai bisogno, dona se puoi farne a meno

I volontari, che non sono nuovi a iniziative che stimolano la partecipazione dei cittadini della zona, si proponevano di riqualificare un angolo del quartiere, il muro sotto il cavalcavia di piazza Alberti, in via Lorenzo di Credi. I buoni propositi, i ripetuti inviti a non abbandonare scatoloni o sacchi di abiti durante la settimana visto che l’attività era svolta solo nel week end sono caduti nel vuoto. Il disinteresse di pochi ha quindi finito per affondare l’iniziativa e per trasformare, suo malgrado, il muro della gentilezza in una mezza discarica.

E così è arrivato il messaggio che nessuno avrebbe voluto leggere. L’annuncio via social della chiusura del muro della gentilezza. Tante le reazioni di sdegno e di sconforto su Facebook. Qualcuno ha ricordato che per lo stesso motivo, la maleducazione di alcuni che svuotavano gli armadi e riempivano il muro di sacchi d’immondizia, un’analoga iniziativa intrapresa a Borgo San Lorenzo aveva avuto vita breve. I sacchi di abiti avanzati sono stati donati alla chiesa di Sant’Antonino.

Nuove iniziative

È fallita l’idea di individuare un luogo dove poter lasciare il vestito o la giacca che non indossi più perché qualcuno, come si farebbe con un amico, potesse prenderla e continuare ad usarla. Social Street Bellariva promette di continuare con altre iniziative: come lo scambio di giochi che avviene una volta al mese il sabato mattina ai giardini di piazza Alberti – lato bar – o la forma di guerrilla gardening che ha visto i volontari piantare in passato semi nei grandi vasi per rendere più verde la città. Il muro della gentilezza chiude, ma i semi della solidarietà sono pronti a fiorire altrove e in altre forme.