“Pensate al vostro artista preferito: ho scritto cinque pezzi più belli del suo pezzo più bello”.
Con questo biglietto da visita, non sapevo cosa aspettarmi esattamente da Cosimo Malamadre: sono stata spinta proprio dalla curiosità di capire cosa ci fosse dietro a un’affermazione piuttosto spaccona.
Malamadre
Ho trovato una storia personale e cantautorale che dura da tanti anni, tutti condensati nel lavoro d’esordio di Cosimo, intitolato appunto Malamadre. “In questa definizione c’è dell’autoironia, ma anche l’effetto liberatorio della musica, ti fa dire cose che non diresti, soprattutto nelle relazioni. Malamadre vuole interpretare quella parte un po’ cinica, più che cattiva, di noi stessi”.
Foto: Fabio Filippini
Cosimo si descrive come troppo umano in uno dei suoi pezzi, rivelando riflessioni radicate “nei classici”: il rapporto vita/morte è indagato con autenticità e leggerezza nel singolo con cui ha lanciato il disco: Vivere è un gioco mortale.
Il video, girato dai Los nuevos barbudos, rivela un’ispirazione anni ’90, la stessa che si intuisce negli arrangiamenti acustici. Il suo è un disco di chitarre e armonizzazioni vocali interamente suonate e cantate in prima persona, realizzato con il supporto di Alessio Ninci alla batteria, Lupo Dei e Enrico Mega al basso.
Un progetto solista
“Non è facile portare avanti un progetto solista. È un approccio diverso, totalmente libero sia in fase di scrittura che di esecuzione. A suonare e cantare le tue canzoni ti si intrecciano le dita: con i brani degli altri non succede”. In questo senso è un disco senza compromessi, che non vuole seguire a tutti i costi i trend del momento ma che punta a “un’opera che resista al tempo al di là del successo immediato: vivo la musica in prospettiva”.
foto: Fabio Filippini
Lancio
Il disco uscirà su tutte le piattaforme online i 31 gennaio e sarà presentato con un concerto al Combo il 14 febbraio: “Dal palco ti senti in controllo e puoi permetterti di vedere le cose con un distacco che la vita non consente”. Si può essere immediati e netti, quindi. In definitiva, più lucidi.
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