L’albero di Natale, come si evince dal nome, è un albero normale proveniente dall’Isola di Natale, graziosa escrescenza nell’Oceano Indiano dalla caratteristica forma a barboncino tosato, nota per i suoi granchietti rossi e per le violazioni dei diritti umani. L’albero di Natale può essere in legno, ma in tal caso non andrà bene perché poi muore, oppure in plastica immortale, che non andrà bene lo stesso perché alla lunga inquina.
La prima azienda a introdurre le stringhe di lucine elettriche per l’albero di Natale è stata la General Electric Co. di Harrison, New Jersey, cittadina salita agli onori della cronaca per aver dato i natali a Bhairavi Desai, fondatrice della Taxi Workers Alliance di New York, e a Daisy Fuentes, prima Vj latina su MTV.
L’albero di Natale si compra dai tizi con l’Apecar a bordo strada, e si paga in contanti previamente prelevati. Esiste anche chi lo acquista al vivaio, ma sono persone orribili che è preferibile evitare.
A Boston, Massachusetts, la scelta dell’albero di Natale prevede la formazione temporanea di un team di specialisti che nei mesi antecedenti l’evento selezionano l’esemplare in base a complesse specifiche tecniche. Dopo la cerimonia del taglio, officiata dal console USA in Nuova Scozia e dalla Polizia Montana Canadese, l’albero viaggia per 1200km via terra e acqua finché non giunge a destinazione dove, come spesso avviene con i nuovi arrivati, è calorosamente accolto dalla polizia locale.
Dopo il primo di gennaio l’albero di Natale lo si trova al cassonetto, ma questo non dovrà rattristare. Per lui è un ritrovo tipo il bar, e se la spassa una cifra prima di seccare e decomporsi, proprio come noialtri.