di Daniel C. Meyer

Muri che crollano: la caduta del muro di Berlino e il primo gay Pride italiano

Novembre. Per molti, un mese buio e piovoso, solo un’anonima parentesi che precede dicembre, questo sì invece ricco di feste e grandi appuntamenti. Beh… forse non tutti lo ricordano, ma nella storia è stato invece il teatro di grandi eventi che hanno segnato un’epoca: storie di muri che cadono e di barriere che vengono abbattute, lasciando intravedere spiragli di un nuovo mondo.

E proprio questo novembre celebriamo l’anniversario di due di questi  eventi: la caduta del muro di Berlino, e l’organizzazione del primo Gay Pride italiano, conosciuto come Pisa79.

Era infatti il 9 novembre del 1989 quando le televisioni di tutto il mondo “libero” mandarono in onda le immagini di decine di migliaia di berlinesi dell’Est che si precipitavano in massa verso Berlino Ovest, scavalcando il muro che divideva in due la città, e venendo accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest. Finì così la Guerra Fredda, dopo quarant’anni sull’orlo dell’apocalisse nucleare: fu un giorno di festa, in tutto il mondo, un giorno in cui molti pensarono che, forse, l’utopia di John Lennon di un mondo senza nazioni dove tutti potessero vivere in pace poteva davvero realizzarsi. Senza esagerazioni.

Ideali che animarono anche Pisa79, il nome con cui è passata alla storia la prima manifestazione italiana di orgoglio omosessuale autorizzata da una questura e patrocinata da un Comune. Accadde il 24 novembre 1979, e fu un evento senza precedenti, in un paese ancora bigotto e retrogrado quale era l’Italia del 1979.

Quale è il bilancio, dopo tanti anni? Non serve essere esperti di geo-politica per vedere che il mondo di oggi, nato dalle ceneri della Guerra Fredda, è ben lontano da quello sognato da John Lennon: guerre, diseguaglianze, disastri ambientali… E, anche dal punto di vista dei diritti LGBT, la strada è ancora lunga, se Junio Aglioti Colombini, portavoce del comitato Toscana Pride, dichiara che «a 40 anni da quella prima manifestazione ci troviamo senza radicali progressi dal punto di vista dei diritti civili».

Ma non è neanche il caso di essere troppo pessimisti: per molti versi, il mondo di oggi è un posto migliore di quello del 1989 e del 1979. Forse la verità sta nel mezzo: la caduta del Muro di Berlino e Pisa79 furono sì eventi epocali, ma solo snodi cruciali, e non punti di arrivo. “Dopo tutto, è solo un altro mattone nel muro”, cantavano i Pink Floyd, nella celeberrima The Wall, pubblicata… nel novembre 1979. E qui, il cerchio si chiude.

Muri che opprimono: Hikikomori

Ci sono muri che crollano, aprendo scenari di libertà, e altri che opprimono e imprigionano. Letteralmente. È il caso dei cosiddetti Hikikomori, termine giapponese che designa chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi: ragazzi e ragazze che si “congedano” dal mondo e non escono più dalla loro stanza, rifiutando ogni contatto diretto con l’esterno.

Un fenomeno in crescita tra gli adolescenti italiani: secondo Mirella Cocca, Coordinatrice Regionale in Toscana per l’Associazione Nazionale Hikikomori Italia Genitori, si stima che i casi in Italia siano 100mila, e che anche tra i ragazzi toscani il “ritiro sociale” sia in aumento, così come in generale i problemi legati alla sfera psicologica; ogni anno, sono 5mila gli accessi in day hospital alla struttura di Psichiatria dell’infanzia e adolescenza e neuroriabilitazione dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

E proprio da Firenze arriva uno strumento per aiutare i ragazzi in difficoltà per casi come questi, e altri ancora (abuso di sostanze, squilibri alimentari, bullismo, autolesionismo…): si chiama App to Young, ed è un’app sviluppata dalla Fondazione Fiorenzo Fratini in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Comune di Firenze. Grazie all’App, gratuita e anonima, i ragazzi possono confidarsi e chiedere consigli, chattando con un gruppo di coetanei appositamente formati (il Gruppo Youngle, già attivo a Firenze da qualche anno), oppure parlando direttamente al telefono con uno specialista.