Al via l’ottava edizione del LARS ROCK FEST 2019, festival ad ingresso gratuito organizzato dall’Associazione Culturale GEC Gruppo Effetti Collaterali e dedicato alle sonorità indie-alternative internazionali ed italiane, dal 5 al 7 luglio presso i Giardini Pubblici di Chiusi Scalo (SI). Ne parliamo con il direttore artistico Marek Lukasik che ci svela quanto sia complesso ed elaborato il mondo di questo festival longevo.

Otto anni di festival gratuito ad alti livelli è veramente merce rara nel nostro Paese.

Qual è il vostro segreto?

“Non si possono mica svelare i segreti! Anche perché non ne abbiamo. L’ingrediente chiave è la passione, quasi sempre accompagnata da una buona dose di pazzia: 8 anni durante i quali uno sparuto gruppo di volontari di un paesino di circa 5mila persone si rimbocca le maniche e si spreme le meningi per avere idee di qualità (o almeno ci si prova a farle di qualità). Direi che è questo il cocktail”.

Scelte artistiche intelligenti e coraggiose che prendono le distanze dai cartelloni sempre più simili e uniformati delle manifestazioni italiane. Quanto è difficile essere diversi?
“In realtà è più facile essere diversi e non seguire l’hype, quindi cercare di evitare i nomi ridondanti. Forse, ribadendo anche quanto detto anche prima: più che difficile è da pazzi. Un azzardo, ma con il quale proviamo a differenziarci”.

METZ

Le chitarre sembrano essere protagoniste anche quest’anno, ma è sempre lacontaminazionea farla da padrona. Parlaci in breve di cosa vedremo sul palco del LARS.
“Negli ultimi anni la chitarra sembra essere stata dimenticata dai musicisti (o affini). Per noi è ancora molto importante, l’amica che fa da sottofondo a una miriade di emozioni. Nello specifico quest’anno la si vedrà in diverse forme: venerdì saliranno sul palco i nostrani Kint e Lags e a seguire i Metz che presentano il nuovo disco in uscita in questi giorni per la Sub Pop. Poi si passa al campfire stage con Augustine. Il campfire è un’isola felice per chi, finiti i concerti sul palco principale, vuole continuare la serata sdraiato sulla collinetta dei giardini. Sabato sarà la volta degli americani Cloud Nothings, che ci presentano uno dei dischi più apprezzati del 2018 aperti da McKenzie Human Colonies; One Glass Eye avrà il compito di tener testa ai CN davanti al fuoco.
Domenica, invece, sarà l’evento cult con i Wolfmother come headliner. La band non ha bisogno di presentazioni e ad aprirli ci saranno i Black Rainbows, band romana ma di caratura europea e uno show visual-musicale con i Becoming X – Art+Sound Collective. Al campfire sarà il turno dei Dead Poets Society. Una tre giorni di rock in tutte le forme, condita da eventi collaterali che se la battono con i concerti per qualità e dinamismo”.

Cloud Nothings

Tanta musica, ma non solo… giusto? 

“Tanta musica, ma anche eventi collaterali, che animeranno i giardini sin dal pomeriggio: ci sarà uno spazio dedicato ai libri con “Open Book – L’editoria nelle sue forme indipendenti” dove le case editrici esporranno e venderanno il loro catalogo, Inoltre, quest’anno accoglieremo anche le riviste, con la collaborazione di Firenze RiVista e di Edicola 518; tornerà a grande richiesta anche il Mercatino del Disco, per collezionisti, curiosi e appassionati. Ci sarà anche l’arte con “9 studenti per 9 poster Lars” dove gli studenti del III corso dell’Istituto Italiano Design – IID Perugia espongono i loro elaborati dedicati al redesign dell’immagini del Lars Rock Fest e “Live painting&drawing con Becoming X – Art+Sound Collective”: muralismo, pittura, disegno su carta e disegno digitale, animazioni dal vivo, serigrafia, calcografia. All’interno dei giardini ci saranno un ristorante e un pub, con un’area dedicata a cocktail e birre”.

INFO: https://www.facebook.com/events/314336139437962/