Dopo i bellissimi e partecipati live di Comaneci e Father Murphy, la scorsa estate, e quelli di John Murry e Josephine Foster questo inverno al Circolo Progresso, Lungarno e la sua rassegna “Is That Folk?” diventano grandi e presentano “Is That Folk? Festival vol. 1”.
Grazie ad Estate Fiorentina e all’ormai longeva collaborazione con La Chute associazione culturale, si esibiranno sul palco grande di San Salvi martedì 23 luglio , due tra gli artisti simbolo della scena indipendente americana, Howe Gelb & M. Ward, e due progetti italiani di assoluto rilievo, ThreeLakes e Angus McOg.
Howe Gelb, leader e voce dei Giant Sand, ha pubblicato a marzo “Gathered”, suo ultimo lavoro solista. Oltre alle collaborazioni di Pieta Brown e Anna Karina, icona godardiana del cinema francese, spicca forte il contributo di M Ward nella stupenda versione bossa di ‘A Thousand Kisses Deep’ di Leonard Coehen. Curioso, poi, che Gelb arrivi a Firenze appena 2 giorni prima dell’esibizione dei Calexico, dei quali è il padrino indiscusso dopo la lunga militanza di Joey Burns e John Convertino nei leggendari Giant Sand. Ma Howe è padrino anche di Ward, al quale procurò un contratto discografico quando il musicista californiano muoveva i primi passi nel mondo della musica indipendente. M Ward, oltre a essere in proprio, fa parte sia di She & Him che dei Monsters of Folk.
Cosa succederà sul palco con Howe & Ward? “Two musical friend just hanging out. On stage. Swappin’ songs with a guitar. Or two. Oh yeah. And a piano. And a Fender blues amp” – queste le parole di Howe.
Noi intanto abbiamo approfondito con un’intervista doppia ad Howe e Matthew.
Quando e come nasce la vostra collaborazione?
M: “Ho conosciuto Howe circa 20 anni fa grazie ad un amico in comune. Quell’amico in comune è Jason Lytle dei Grandaddy. Poi Howe ha pubblicato il mio primo disco negli Stati Uniti con la sua etichetta Ow Om. È sempre stato un grande amico e fonte di ispirazione fin dall’inizio”.
H: “Suppongo quando ci siamo incontrati nel 2000. L’amicizia è già una collaborazione”.
Oltre a ‘A Thousand Kissed Deep’, state pensando ad una nuova collaborazione che magari porti ad un disco completo suonato insieme?
M: “Al momento non abbiamo in programma di registrare un disco insieme, ma è sempre un piacere collaborare con Howe”.
H: “Oltre al nuovo album, Matt aveva già suonato con me in “The Coincidentalist”, nel 2013. Suonò tutte le parti di chitarra con un basso a sei corde”.
Vi va di raccontarci lo stato attuale sia di Tucson (Howe) che di Portland (Matthew)?
M: “Io passo la maggior parte del mio tempo a Los Angeles, dove vivo. Qui la scena musicale sembra intenta principalmente ad aggiornare il Laurel Canyon sound o quello di Gram Parsons. La miglior musica che ho avuto modo di ascoltare qua non ha nulla a che fare con l’improvvisazione. Le cose che mi piacciono di più sono quelle suonate dai Mariachi per strada”.
H: “Tucson sta definitivamente esplodendo e continua a migliorare. È imbarazzante quanto sia buona la musica proveniente da quella città”.
Quali sono i vostri ascolti di questo periodo?
M: “Consultando il mio Sonos, mi dice che ho ascoltato moltissimo Leon Redbone, NRBQ, Harry Belafonte, Astrud Gilberto, Django Reinhardt e, naturalmente, Giant Sand”.
H: “Sto ascoltando moltissimo Pieta Brown”.
Due giorni dopo il vostro concerto, passeranno da Firenze anche i Calexico con Sam Beam/Iron & Wine, vi tratterrete in città?
M: “Saremo ad Anversa quel giorno, ma per favore salutameli!”.
H: “Non proprio, Matt ed io saremo in viaggio. Con i Calexico mi lega una storia unica. I Giant Sand furono il modo per Joey, di fuggire dalla California. E i Calexico, poi, furono poi la sua via di fuga dai Giant Sand. Più o meno è lo stesso per John, che è però un po’ più pronto per nuove avventure sonore. Mentre Joey si sente più a suo agio quando la musica vive di una sua coerenza, come quella dei Calexico. Io preferisco però lasciare spazio ai cambiamenti, per me la musica è più viva quando cambia di giorno in giorno e non di qualcuno sul palco che istruisca il pubblico quando applaudire”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro live?
M: “L’idea è quella di buttare un caleidoscopico sguardo alle nostre discografie passate e uno proiettato al futuro. Situazione che possono materializzarsi una volta soltanto. Sono poi molto felice di tornare a Firenze nella speranza di avere un po’ di tempo per fare il turista. Suonerò alcune canzoni che finiranno nel mio nuovo disco, la cui uscita è prevista per il 2020. Lo scorso anno ho pubblicato, a sorpresa, “What A Wonderful Industry” e suoneremo un po’ di brani tratti anche da quel disco”.
H: “Eh, la chiaroveggenza sarebbe uno strumento utile, sia per un musicista che per uno scrittore, non trovi? Matt ed io siamo in vacanza, sarà una sorta di concerto vacanziero. Ma a noi piace troppo suonare e ci ritroveremo sul palco anche per provare alcune cose. Godetevi il tramonto e la prima brezza della notte. Ascolteremo le vibrazioni e le rielaboreremo. Manterremo viva la musica”.
Is That Folk? Festival vol. 1
martedì 23 luglio, Parco di San Salvi
19.30 Aperitivo con selezione musicale di Lungarno
21.00 Angus Mc Og
22.00 ThreeLakes
23.00 Howe Gelb & M. Ward