Marzo è stato per i Netflix addicted, un mese ricco di nostalgici ritorni agli anni passati con pellicole cultviste e riviste in tv o al cinema fino allo sfinimento. Oltre alle trilogie di La MummiaRitorno al futuroMatrix, la piattaforma streaming ha infatti riproposto la più famosa trilogia (quasi) di Steven Spielberg: Jurassic Park. Ovviamente parleremo del primo, vero ed unico film degno di essere chiamato tale.

È difficile iniziare a parlare di questo mastodontico film (in tutti i sensi) senza tralasciare qualcosa. Jurassic Park è una pellicola che funziona magnificamente a qualsiasi livello, sia tecnico che emotivo. Dalla strabiliante illusione di vedere dinosauri in carne ed ossa sino alla gelante sensazione di paura alla vista dei cerchi nell’acqua che preannunciano l’arrivo del T-Rex. 

Spielberg ha fatto un lavoro immane per rendere questo film unico nel suo genere e, contemporaneamente, ha portato gli effetti speciali ad un altissimo livello. La combinazione dell’utilizzo di modelli quasi a grandezza naturale dei dinosauri e la computer grafica, ha resuscitato dal passato creature quasi mitologiche per portarle “realmente” nel presente. Abituati ormai a vedere ricostruzioni di dinosauri in riviste o documentari, sentiamo un tuffo al cuore nel momento in cui vediamo per la prima volta il Brachiosauro mangiare le foglie di un albero. Un’illusione perfetta…

Un thriller d’avventura che tiene con il fiato sospeso lo spettatore fino alla fine, facendolo saltare dalla sedia alla (non così) improvvisa presenza del T-Rex o dei velociraptor. Una pellicola che per la prima metà ti fa amare questi giganteschi animali ma che, dalla seconda metà in poi, ne hai paura come fossero realmente ancora vivi. Il perfetto equilibrio di terrore, leggerezzaed emozione fa sì che Jurassic Park sia rimasto indelebile nella memoria di chi l’ha visto, e conosciuto anche da chi non l’ha mai visto. 

Le battute intelligenti del dottor IanMalcom, interpretato da un iconico e stravagante Jeff Goldblum, si inseriscono sorprendentemente in un contesto anche molto profondo, che vede emergere i temi della clonazione e del controllo della vita.