Venerdì scorso è stato inaugurato il rinnovato Museo Novecento con una serie di mostre temporanee e allestimenti permanenti. Il nuovo piano di valorizzazione, organizzato da Mus.e e firmato dal neo direttore Sergio Risaliti, verte sul recupero di nuovi spazi funzionali e complementari a quelli già esistenti.

Come dice il sindaco Dario Nardella, Il Museo Novecento è “una piazza che può essere uno snodo, un punto di riferimento per gli artisti ma anche il simbolo di una Firenze che si è scrollata di dosso l’immagine di una città che guarda soltanto al celebre passato”.

Con questo progetto infatti Firenze cerca di sdoganarsi dall’immobilità che l’ha resa per troppo tempo una città “imprigionata nella sua stessa bellezza”.

Da questo punto di vista, il programma del Museo Novecento funge da tramite tra una più conosciuta e celebrata Firenze rinascimentale, e una Firenze che parla un linguaggio nuovo, rivolto al futuro. Vengono così rimessi in gioco fondamenti e modelli propri dell’esperienza artistica e, più in generale, delle culture visive moderne e contemporanee.

Fiore all’occhiello di questo nuovo corso del museo fiorentino è la mostra ideata da Sergio Risalti e curata da Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli (Mus.e), intitolata “Il disegno delle sculture” (21 aprile – 12 luglio), la prima di una serie di esposizioni che si focalizzeranno sul disegno. Questa mostra coinvolge scultori e artisti di diversa generazione che dall’inizio del ‘900 giungono sino alla contemporaneità. Dal 21 aprile al 20 settembre, si potrà inoltre assistere alla rassegna video “Il corpo è un indumento sacro”, ideata da Beatrice Bulgari per In Between Art. I lavori in mostra appartengono ad otto artisti di caratura internazionale: Masbedo, Anahita Razmi, Lucy Harvey, Damir Ocko, Silvia Giambrone, Marzia Migliora, Allessandro Piangiamore e Marinella Senatore.

“Un Museo che dà modo di riflettere e crea una nuova sensibilità”, secondo Sergio Risaliti infatti, sensibilizzazione ed educazione” sono le due parole chiave che illuminano la città di una nuova immagine, la cui prerogativa è quella di svecchiare l’ideale di “Firenze città museo” per restituirla al suo significato positivo e originale: “Museo come casa delle muse e degli artisti”.

 

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