Firenze è tutta centro, dicono. Come fosse una bella cosa sembrare un buco nero che tutto risucchia, con una forza di gravità tendente all’infinito fatta di monumenti, musei, negozi, ristoranti, caffè. E se ci finisci dentro, nel centro, ti ritrovi schiacciato da code di chi, come te, sta seguendo il flusso di quella gravità. Che poi è gravità, la parola chiave che dà senso a “centro”.  

Gravitas e hai subito un’idea di ciglia aggrottate, silenzio non fate rumore, dritti con la schiena, ecco così, e adesso per cortesia riflettete su quanto non ci sia niente da ridere. Che se ridete fate rumore e dal rumore al degrado, come diceva la Oxa, è tutto un attimo. E allora se di Firenze si ha questa idea di città un po’ bacchettona, si potrà pur dire ch’essa sia tutta centro. E Battiato, quel gran bugiardo, che diceva addirittura di cercarlo permanente, il centro di gravità – lui che nel frattempo passava dai bonzi euclidei ai fumi e raggi laser – ci stava prendendo per il culo, ricordandoci che al centro è la gravitas, ma fuori c’è la levitas. La leggerezza, e se non vi dispiace anche un po’ di superficialità, un po’ di sbattersene il cazzo.  

Un po’ di andate dove vi pare, da Maiano all’Isolotto, e se fate un po’ di casino, o pace! Ed è tanto più fiorentino della gravitas quel modo leggero di non prender nulla sul serio. Magari di far finta per un attimo, ma poi con una battuta, una presa di culo, una bischerata, sciogliere la serietà in cazzata. 

Via, fuori! Uscite dal centro, uscite dal vostro centro, arrischiatevi fuori. Spingetevi chessò fino a Poggibonsi, a Empoli, persino dalle parti di Pistoia, dico io. Fuori! Fuori! Fuori è la vita. Fuori è la libertà. Fuori è la rivoluzione. FUORI! Come la prima organizzazione gay italiana. Il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. Che a me, manca tantissimo. Fuori! C’è un mondo là fuori. Staccatevi dal telefonino. E andate fuori. Fuori, come fuori dai coglioni. Ho capito. Vado. 

 

di Tommaso Ciuffoletti