Un marito e la sua giovane moglie, una casa isolata che si trova chissà dove, una vita da costruire (o ricostruire?) e degli sconosciuti che irrompono nella quiete domestica alterando gli equilibri. Perché l’uomo, famoso poeta che vive un momento di crisi creativa, sembra non poter fare a meno di invitare costantemente persone diverse e sinistre nella sua casa malgrado la manifesta riluttanza della bella consorte?
Con “Mother!”, il film più contestato dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Darren Aronofsy rilegge, in modo se possibile ancor più disturbante ma quanto mai efficace e stupefacente, il mito di Barbablù mettendo in scena la cieca ossessione di un artista incapace di non essere venerato e la ottusa obbedienza di una moglie desiderosa di compiacerlo.
I fischi in sala, lo sgomento della stampa (che certo non è stata unanime nel giudicare severamente l’ultima prova del regista de “Il cigno nero” e “The Wrestler”) e recentemente una lettera aperta dell’artista Marina Abramovic che si schiera dalla parte di Aronofsky:
“Mother!”, nelle sale da oggi, ha già fatto molto parlare di sé.
Una satira che è riduttivamente comico definire feroce, che non accoglie e rassicura in nessun modo lo spettatore, piuttosto lo sfida costantemente disturbandolo e al contempo seducendolo.
Jennifer Lawrence, musa nella finzione del poeta Javier Bardem e nella vita del regista Aronofsky a cui è sentimentalmente legata, si vota completamente ad un cambiamento radicale della propria immagine artistica seppellendo l’ideale di ragazza tosta teen idol che l’ha resa celebre e mostrando, forse per la prima volta, paura e fragilità ma anche una sessualità estremamente passiva/aggressiva. Una principessa vittima di un incantesimo ma anche una giovane moglie ansiosa di diventare madre appunto.
Un film da affrontare – e da vedere! – con la mente aperta, abbandonando ogni presunzione di voler definire a tutti i costi ciò che non si comprende per riappropriarci della sacrosanta capacità di essere scossi e non solo rassicurati dai film che scegliamo.