Ho un fidanzato che sostiene che il Governo dovrebbe introdurre l’imposta di bollo sulle bici, “perché non è giusto che voi bici usiate le nostre strade senza pagare le tasse”. Inutile cercare di fargli capire che noi bici neanche le consumiamo quelle strade, né tantomeno inquiniamo. Men che mai far passare il messaggio che il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero più bici e meno auto.

casco bici paul smithPerché in realtà una cosa bisogna ammetterla: l’industria dell’auto ha foraggiato per decenni lo Stato italiano, sia in termini di tasse che di posti di lavoro. E quindi anche il contrario: giù con gli incentivi, autostrade di sgravi fiscali, corsie preferenziali per la rottamazione, viadotti d’oro per i finanziamenti a tasso zero.
E se provassimo a sostituire l’auto con la bici al centro di questo universo del dare e dell’avere? Che mondo sarebbe se puntassimo tutto sulle due ruote? Cosa succederebbe se da domani sulle nostre strade scorressero libere e felici solo biciclette? Probabilmente sorgerebbe una fiorente attività collegata alle riparazioni delle bici.
Trovare un biciclettaio onesto e capace a Firenze non sarebbe più un’impresa da un milione di dollari. In centro sorgerebbero boutique di ricambi griffati, nelle botteghe di Santo Spirito si venderebbero selle cucite a mano dagli artigiani della pelle, a Novoli nascerebbe un mercato dell’usato garantito, a Gavinana comincerebbero a customizzare i pezzi. Ne godrebbe anche tutto un indotto, fatto di abbigliamento tecnico, salva-tacchi brillantati per signore, guanti hi-tech sensibili al touch screen e perché no, caschi decenti.
Gucci disegnerebbe degli speciali pedali impreziositi dalle staffe d’ordinanza, ma per averli ci sarebbe una lista d’attesa di mesi. Per gli occhiali da corsa di Dolce e Gabbana sarebbe necessario fare un mutuo (ovvero resterebbe tutto come prima). A indurci a cambiare modello (di bici e di occhiali) ad ogni cambio di stagione ci penserebbe il marketing. Le agenzie di comunicazione specializzate farebbero soldi a palate.
Insomma, altro che decrescita felice. Saremmo il solito popolo di consumisti scriteriati anche con le due ruote sotto il sedere. Ma forse potremmo risparmiare in manutenzione stradale.

 

di Francesca Puliti