Nel secondo atto di Amici miei, girato sette anni dopo il primo, c’è un lungo flashback che riporta al periodo della grande alluvione di Firenze. Un flashback con notevoli incongruenze (appare già il Sassaroli che non dovrebbe esserci, e il figlio del Perozzi ha un’età incompatibile con quella del film precedente), ma non importa.

Gli amici guardano Firenze dall’alto, che appare in immagini di repertorio di quel disastro. “Quest’alluvione ci ha alluvionati anche dentro”, dice il Necchi, che nel bar di via dei Renai ha trovato soprattutto pesci. Il loro smarrimento è anche quello della città dinanzi a quella tragedia così grande, inattesa e insieme portatrice di sentimenti contraddittori.

Perché chiuse definitivamente l’era dell’espansione “lapiriana”, ovvero la grande trasformazione della città dopo la guerra, e fu al contempo la prima grande vetrina mediatica internazionale per Firenze. Lasciò tutti alluvionati dentro, ma anche un po’ speranzosi.

 

di Leandro Ferretti