Tra Dakar e via Rosso Fiorentino ci sono poco più di quattromila chilometri. È stato weekend lungo per lavoro tra la Savana e il nulla. E come in un film di Tarantino a questo punto parte la colonna sonora che sbatte contro la sabbia che arriva dal deserto.

Domanda: che minchia ci fa Guccini a nord ovest di Dakar? Lui a occhio dovrebbe cantare le sue poesie tra la via Emilia e il west, non tra baobab e alberi di Karité. Ma il fatto è che prima di partire mi sono tracannato la sua raccolta di quarant’anni di musica. E sono stato felice di farlo. Perché Francesco è evocativo, perché adesso, più che cantare, scrive romanzi e perché se ripenso a Canzone di notte e alle visioni della mia adolescenza capisco che, anche se l’ho mollato per un bel pezzo, alla fine Francesco è sempre stato con me.

E allora le mie stanze di vita quotidiana, che li erano capanne di fango, mi commuovono. E mentre mettevo insieme i ricordi di quel maledetto 13 dicembre di quattro anni fa in piazza Dalmazia, canticchiavo la locomotiva che non c’è. La vedo, la immagino, lanciata sui binari della mia fantasia.

 

di The Nighftly