Di Caterina Liverani

 

Uno sguardo sulla cinematografia tunisina, attenzione al sociale, riflessione e approfondimento su alcuni degli aspetti delicati dell’universo femminile. Questo e altro nella 37esima edizione del Festival internazionale di cinema e donne al Cinema Odeon dal 5 al 10 novembre. Ecco la nostra conversazione con la direttrice Paola Paoli.

 

Come si pone il vostro festival in rapporto a “essere umani” che è il tema di questa 50 giorni?

In modo molto diretto, è un tema che abbiamo in comune e il nostro programma lo rispecchia in pieno. Non si parlerà solo di diritti umani, ma dei “nuovi diritti” che si affermano nel cinema al femminile che sono quelli di una società più giusta, più umana e più evoluta.

 

Il titolo di questa edizione è Persona

Siamo partite da un chiaro riferimento cinefilo al film di Bergman del 1966 che anticipava molto le tematiche e i presupposti teorici del cinema delle donne come lo specchio, l’identità in discussione, il rapporto con la psicanalisi. Ma Persona è anche inteso come persona donna e artista che si batte per dei diritti, anche quelli meno frequentati come il diritto di non essere madre, un aspetto socialmente ancora difficile. Sono molti i temi che vogliamo veicolare attraverso i nostri film in programma: si parlerà di prostituzione per esempio come nel film di Wilma Labate Qualcosa di noi che riflette sul corpo e sul denaro in relazione a questa scelta confermando, ancora una volta quanto sia coraggioso il cinema italiano al femminile.

 

L’ospite d’onore sarà la cinematografia tunisina.

Sì, con 2 film che in Italia non hanno avuto diffusione: Le Challat de Tunisis di Kaouther Ben Hania un falso documentario giocato con ironia e allo stesso tempo voglia di lasciare un segno e Militantes film culto sulla primavera araba che sarà proiettato alla presenza della sua autrice Sonia Chamkhi.

 

Un appuntamento, fra tanti da non mancare?

Il programma è molto ricco e selezionato, poi è chiaro che ognuno troverà il “suo” film. Le serate di sabato e domenica (7 e 8 novembre) con la consegna dei due premi Sigillo della pace e Gilda saranno sicuramente momenti importanti per le donne, la città e la cultura. Un altro momento da non perdere è la proiezione lunedì 9 di No Home Movie ultima opera firmata da Chantal Akerman la regista e sceneggiatrice belga scomparsa lo scorso 5 ottobre e che rimane una personalità fondamentale nell’universo del cinema al femminile. Voglio inoltre segnalare il documentario Violenza invisibile di Silvia Lelli e Matilde Gagliardo, un documentario sull’inferno che per molte donne maltrattate psicologicamente si consuma fra i muri delle case, rimanendo appunto invisibile.

 

Ogni sera per tutta la durata del festival alle ore 19,00 in Sala Specchi al Cinema Odeon, incontro aperto al pubblico con autrici e protagoniste.

 

Dal 5 al 10 novembre al Cinema Odeon di Firenze

 

Info: www.laboratorioimmaginedonna.it