di Gianluca Danti

Gli Ofeliadorme a quasi un anno di distanza dalla pubblicazione dell’EP “The Tale” e con un nuovo album in uscita registrato in Galles con Howie B (Bjork, Tricky, Casino Royale) e Joe Hirst (Four Tet, Jarvis Cocker, DJ Shadow), tornano a Firenze il prossimo Martedì 4 Agosto all’OFF Bar e noi ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con loro.

The Tale EP sembra tracciare un nuovo percorso stilistico meno legato alle sonorità tipicamente alt-rock di Bloodroot prediligendo un’elettronica molto elegante, com’è avvenuta questa trasformazione?

Michele: è stata una naturale evoluzione data dall’esigenza di sperimentare nuove sonorità e macchine che ci permettessero di lavorare in modo diverso sulle nostre atmosfere.

Francesca: la riduzione del nostro organico da 4 a 3, un numero molto interessante per una band, ci ha dato modo di esprimere al meglio idee che erano presenti già in alcuni brani dei nostri dischi precedenti. Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo dato un giro di vite, sperimentato molto coi suoni e cambiato il nostro set; l’elettronica per alcuni di noi è una passione che viene da lontano. Siamo felici dei risultati a cui siamo arrivati e non vediamo l’ora di farvi ascoltare il nuovo disco che abbiamo registrato da poco in Galles con Howie B e Joe Hirst.

Siete una band molto apprezzata anche all’estero, ricordo la vostra partecipazione al Liverpool Sound City e numerose date tra Francia ed Inghilterra; è ormai sempre più raro trovare una band italiana che riesce a suonare all’estero con frequenza, è così difficile varcare i confini nazionali?

M: suonare all’estero è sicuramente difficile e impegnativo perché richiede un investimento di energie notevole ed il risultato non è immediato, noi siamo sempre stati intenzionati a suonare oltre confine, ci abbiamo lavorato fin dal principio e speriamo di arricchire la nostra esperienza in questo senso nell’immediato futuro. Così come hanno fatto band come Above the tree, Ronin, Calibro 35, Father Murphy.

Bologna è una città che ancora oggi appare culturalmente molto vivace, in che modo credete che abbia influenzato il vostro percorso musicale?

M: con la possibilità di ascoltare ogni sera realtà musicali molto diverse tra loro. Questo ti dà nuova energia, le idee vengono alimentate dalla voglia di fare, Bologna è piena di gente dinamica e ottimi musicisti. Un continuo stimolo.

Francesca, la tua voce è spesso paragonata a quella di Sharon Van Etten e a Cat Power…c’è un artista che ha segnato indelebilmente il tuo modo di fare musica?

F: mi ha sempre fatto piacere quando la mia vocalità è stata accostata a quella di ottime musiciste (in passato sono stati fatti paragoni anche con PJ Harvey, Beth Gibbons e Lou Rhodes) ma il fatto che ad ognuno dei vari recensori venissero in mente nomi sempre diversi è per me la cosa più importante; mi ricorda che ogni voce è unica, ed io lavoro da sempre in tal senso. In futuro spero si parli del mio stile vocale come qualcosa di chiaramente riconoscibile. La voce di ‘Francesca Bono’. Quindi mi auguro che nessun’artista mi abbia indelebilmente segnata, ma spero di aver assorbito l’energia e la fierezza con cui tante musiciste in giro per il mondo sono riuscite ad imporsi e a veicolare un modo distintivo di fare musica.

Tra pochi giorni tornate a Firenze, esagero a dire che è la vostra seconda casa? Mi sembra che sia nato un rapporto di fiducia con la città che ha ospitato molti vostri concerti, da quelli nei tradizionali live club alle venues più esclusive (mi viene ad esempio in mente il Cortile di Palazzo Strozzi)…

Tato: Firenze è senz’altro la nostra seconda casa; ci ha accolti affettuosamente già dagli esordi. Nel 2008, anno dei nostri primi live, abbiamo suonato all’Auditorium Flog e al Viper e siamo stati ospiti della bellissima trasmissione “Il popolo del blues” del grande Ernesto De Pascale purtroppo scomparso qualche anno dopo. Abbiamo suonato più volte al Glue, un’ottima venue fiorentina, e torniamo sempre con piacere da queste parti.

Oltre alla promozione del vostro ultimo lavoro ho letto che negli ultimi mesi avete composto la colonna sonora per un film cinese, potete dirci qualcosa in più?

M: abbiamo scritto un brano strumentale che farà parte della colonna sonora di un film cinese. E’ un film indipendente di denuncia che parla del proprietario di una fabbrica produttrice di bambole per un’azienda americana; messa in ginocchio da quest’ultima è costretto ad affrontare la rabbia dei suoi dipendenti che arriveranno a scioperare, evento più unico che raro in Cina.
Tra l’altro cogliamo l’occasione per anticipare che prossimamente lavoreremo ancora con la Cina…a Settembre sveleremo un po’ di novità che ci riguardano tramite il nostro sito e i vari social.

Per approfondire:
www.ofeliadorme.it
www.facebook.com/OfeliaDormeband