Lungarno ha una città preferita ma non ci facciamo sfuggire quello che scorre lungo il fiume e che ci attrae meritando la nostra attenzione.
Dal 13 ottobre a Palazzo Blu a Pisa c’è “Escher. Oltre il possibile”. La mostra è curata da Stefano Zuffi, storico dell’arte e profondo conoscitore di Escher. È realizzata da MondoMostre e Fondazione Palazzo Blu, con il contributo della Fondazione Pisa e la collaborazione del Gemeentemuseum Den Haag, Arthemsia e M.C. Escher Foundation.
La visita in mostra si articola lungo un percorso composto da nove sezioni: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, L’Artista, Architetture fantastiche, Nature, Autoritratti. Mauritz Cornelis Escher nasce in Olanda nel 1898, sin da bambino dimostra scarsi risultati nelle varie materie insegnate nelle scuole elementari trovando nel disegno la sua unica passione.
Sarà la xilografia a dominare gran parte delle sue produzioni, ovvero la tecnica di incisione su tavolette di legno che venivano inchiostrate e utilizzate per realizzare più copie dello stesso soggetto. La xilografia, come la litografia, anch’essa utilizzata da Escher, prevedono l’incisione di immagini a rovescio, per cui la necessità era quella di pensare e realizzare il disegno al contrario.
Cosa che guardando le sue opere fa straordinariamente comprendere come troviamo questo artista così sconnessamente vicino a noi …quanti stimoli deve aver avuto nella sua ispirazione! Nella primavera del 1922 Escher visita l’Italia, rimane folgorato dai suggestivi paesaggi e da colei che sarà la sua futura moglie, Jetta Umiker, che sposa a Viareggio nel 1924. Insofferente al Regime Fascista, si trasferì successivamente in Svizzera un anno per poi passare da Spagna, Belgio e per ragioni di salute in Canada per poi tornare in Olanda a trascorrere i suoi ultimi giorni dove morì nel 1972.
Attraverso le 100 opere in mostra ci si addentra nella straordinaria capacità dell’artista olandese di sovrapporre mondi diversi, in cui è possibile scorgere immagini che appaiono in metamorfosi. Troviamo la grande xilografia del 1972, Metamorfosi II, Sempre più piccolo del 1956 e ancora i paesaggi delle vedute in Italia, il grande occhio che osserva e trasforma la realtà, le mani che disegnano se stesse, la celebre Balconata del 1945, i Tre mondi del 1955 e la meravigliosa Mano che sorregge una sfera specchiante (o Autoritratto in uno specchio sferico).
La complessità dell’opera di Escher non ha ostacolato la sua popolarità. I Pink Floyd hanno utilizzato una sua litografia per la cover di “On the Run” e anche Mick Jagger lo contattò, ricevendo in cambio un rifiuto, perché ad Escher dal carattere schivo e rigoroso non piacque il modo troppo amichevole con cui gli si rivolse. Certamente un tipo “raro”, che come noi in gioventù amava sicuramente giocare a camminare senza pestare le righe. “Io non cresco. Dentro di me c’è sempre il bambino della mia infanzia”.
“Escher. Oltre il possibile”
Dal 13 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018
Dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 19.00
Sab – dom e festivi ore 10.00 -20.00
Biglietti: intero 12,00/ridotto da 5€ a 10€
Per informazioni: www.mondomostre.it, www.palazzoblu.it