di Tommaso Bonaiuti

Stenditi e ascolta: Drove torna al GADA per il suo diciannovesimo appuntamento, il 29 novembre dalle ore 11. Ospite del prossimo matinée è Francesco Covarino di tsss tapes, etichetta animata da un’etica DIY, che si concentra sul suono in purezza – che siano field recordings, oppure sperimentazioni acustiche. Abbiamo fatto qualche domanda a Francesco in vista della sua performance di questo sabato. 

Da dove nasce l’idea di fondare un’etichetta come tsss tapes?

tsss tapes è nata nel 2019, quando stavo per compiere 40 anni, per più di venti anni ero stato un ascoltatore e compratore, avevo cominciato con i CD a fine anni ’90, molti dei quali li compravo da un negozio di Pisa che si chiamava Wide Records dove si riuscivano a trovare dei gruppi e delle etichette che nella mia città, Perugia, erano molto più difficili da vedere. 

C’era Blow Up che era l’unica nostra finestrella su un mondo misterioso e sconosciuto e lontanissimo, e i dischi di cui leggevamo su quella rivista, o almeno quelli di cui riuscivamo a decifrare le recensioni quando non erano scritte troppo difficili, poi da Wide riuscivamo a trovarli. E sempre in quegli anni erano nate una serie di piccole etichette indipendenti qui in Italia, in particolare quella che personalmente ha lasciato il segno era Wallace Records. Da 20enne guardavo alla Wallace e mi faceva pensare a una barchetta pirata, a volte magari anche un po’ scalcagnata ma comunque serena e spavalda nel voler fare le cose seguendo dei principi molto semplici e molto belli, con delle edizioni che tra l’altro mi piacevano molto, le copertine dei CD erano di cartone. 

Tra i 18 e i 25 anni ho ascoltato e comprato una caterva di CD, in quegli anni mi sono innamorato di quelli che ancora oggi sono i miei gruppi preferiti, uno su tutti i Dirty Three. Poi sono andato via da Perugia e per una quindicina d’anni sono stato fuori, la maggior parte del tempo a Granada, in Spagna.

Verso il 2016, credo, ho scoperto Bandcamp e piano piano sono stato risucchiato in vortice tipo quando avevo 20 anni, e mi è ripreso lo stesso entusiasmo e la stessa curiosità di scoprire etichette nuove, musicisti nuovi, ho scoperto questo mondo fatto di realtà minuscole, etichette gestite da una sola persona, completamente DIY e amatoriali, e me ne sono innamorato. 

Falt, Czaszka, Dinzu, Canti Magnetici, Midnight Circles sono i primi nomi che mi vengono in mente e da lì è venuta fuori l’idea di cominciare io con la mia propria etichetta. 

Grazie a una cosa come Bandcamp avere un’etichetta sembrava un’avventura alla portata di più persone, sicuramente più alla mia portata, mentre quando ero più giovane era un’impresa secondo me titanica che non avevo nemmeno mai considerato come una possibile strada per me. E poi quest’idea è germogliata abbastanza velocemente e poco alla volta è uscita la prima cassetta e una dopo l’altra sono uscite quelle successive in modo abbastanza naturale.

foto Drove – J. Collin

Qual è l’obiettivo di tsss tapes? 

L’etichetta per me non è un lavoro, ma una cosa che faccio la notte, da casa, dopo che per tutto il giorno sono stato al mio lavoro vero.

Le uscite le decido con un criterio molto semplice, se la musica mi piace e mi piace anche l’approccio che il musicista ha verso i suoi suoni, pubblico la cassetta. Faccio edizioni piccole, prima stampavo 100 copie, ora ho ridotto e ne stampo 60/80. Le copertine le disegno da solo e le stampo io, a volte faccio pure io il master. 

Tutto quanto viene fatto in maniera molto domestica, salvo la registrazione vera e propria delle cassette, che faccio stampare in una fabbrica in Cechia chiamata Headless Duplicated Tapes. 

Non serve uno sforzo economico gigantesco per fare un’uscita, questo significa che non mi devo preoccupare se non riesco a vendere tutte le cassette. Di solito se le vendo tutte faccio una ristampa di una seconda edizione (la maggior parte delle cassette sono state ristampate almeno una volta, quella di Rie Nakajima è arrivata alla quinta ristampa). Ma non mi devo preoccupare di rientrare dall’investimento economico, perché come detto non parliamo di cifre grandi, quindi posso pubblicare tutto quello che mi piace senza troppi pensieri, soprattutto posso pubblicare anche musicisti che non sono molto conosciuti o che vengono da paesi che non hanno molta visibilità nelle riviste, blog, radio che si concentrano su questa micro nicchia della, come la chiamo? Sound art sperimentale. Il mio obiettivo è proprio quello di trovare musicisti che siano fuori dal solito giretto USA/UK, quindi cerco tante cose che vengono da posti magari meno esplorati. Ho fatto uscire cassette di musicisti da Cile, Taiwan, Argentina, Cina, Brasile, e posti più vicini a noi ma che comunque restano sempre un po’ ai margini della scena musicale di cui parlavo sopra come Grecia, Portogallo, Turchia, Croazia. 

Poi certo, anche tanti italiani e diversi giapponesi, che magari sono territori già più battuti e consolidati. Però la mia idea e continuare a scavare in questa direzione qua, sono sempre alla ricerca di musicisti da paesi come per esempio Libano, Marocco, Egitto, Vietnam, Perù, Tunisia, Finlandia… Mentre non mi interessa molto l’idea di pubblicare l’ennesima cassetta di un musicista inglese o americano, in questi paesi ci sono già tantissime etichette che lo fanno, e tanti blog e fanzine e radio che gli rivolgono attenzioni, non serve che mi ci metta anche io a contribuire con la mia torcia tascabile a illuminare una scena su cui sono già puntati dei fari. 

L’unica eccezione la faccio per Jeph Jerman, con cui abbiamo già fatto tre cassette e a dicembre uscirà la quarta, che nemmeno lo vedo come statunitense, è più un pirata apolide che da 40 anni va in giro con la sua barchetta e la sua sensibilità incredibile per i piccoli suoni.

Stampare e diffondere musica in audiocassetta è tornato ad essere una possibilità concreta per molte etichette indipendenti (e non solo). Secondo te, quali sono le motivazioni che hanno portato alla rinascita del formato? Tsss tapes come si posiziona rispetto a questo trend? Ed è un modello sostenibile, a livello produttivo ed economico? 

Secondo me è molto sostenibile a livello economico. Non ho mai nemmeno pensato di stampare musica su vinile, ma vedo i prezzi in giro e spesso le spedizioni costano più del disco stesso, che molte volte può scoraggiare una persona che quel disco vorrebbe averlo, senza contare che il vinile è un oggetto pure fragile e magari arriva danneggiato, mentre le cassettine sembrano essere oggetti indistruttibili. Molte copie le vendo proprio su Bandcamp, la maggior parte delle cassette finiscono in Giappone e Stati Uniti. Poi ci sono anche dei negozi/distro che prendono sempre qualche copia, i due più importanti sono Tobira e Soundohm, in passato c’era questo negozio incredibile di Tokyo che si chiamava Waltz e mi faceva ordini di 40 cassette a botta, praticamente la riduzione delle tirature delle mie stampe è cominciata dopo che loro hanno smesso di comprarmi copie.

Potresti darci qualche anticipazione sulla performance di sabato prossimo a Drove? 

Metterò tutte cassette dal catalogo di tsss tapes, dando spazio sia a cose più “concrete”, cioè cassette dove vengono utilizzati oggetti e in generale suoni normalmente non associati alla musica, quindi cose tipo Rie Nakajima, Jeph Jerman, Giovanni Lami… sia a cassette dove ci sono strumenti musicali veri e propri, però sempre suonati con un certo approccio ribelle e organico, tipo Zarabatana, Bégayer, Giovanni di Domenico, Nichunimu. Per ogni persona che assisterà ci sarà in omaggio all’ingresso una delle cassette del nostro catalogo: “11 schegge. musica italiana avventurosa” che è una compilation di musicisti italiani e dentro ci sono Dominique Vaccaro, Giovanni Lami, Andrea Borghi, il vostro paesano Naresh Ran…

 

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