Nel cuore dell’Oltrarno, un nuovo rifugio per chi ai libri resta fedele.
C’è qualcosa di profondamente fiorentino nell’aprire una libreria dichiarandola, con ironia, “la seconda più piccola della città”. Una provocazione sottile, una strizzata d’occhio a chi sa che lo spazio non misura il valore delle storie.
Succede in via dei Serragli 36 rosso, nel pieno dell’Oltrarno, dove La Città dei Lettori inaugura un luogo minuscolo ma pensato per essere grande quanto la comunità che lo abiterà.
Un progetto che nasce da lontano
La libreria è l’ultimo tassello del percorso di Associazione Wimbledon APS, che da otto anni porta la lettura in tutta la Toscana con festival, incontri, una rivista, un premio letterario e progetti dedicati ai più giovani.
Dopo aver riempito di libri ville storiche, teatri, isole, borghi e mura cittadine, il team guidato da Gabriele Ametrano, Martina Lazzerini e Gianluca Caputo sceglie un ritorno alle origini: un luogo fisso, intimo, dove i lettori possano ritrovare tempo e spazio per incontrarsi davvero.
La prima “buchetta del libro” al mondo
A Firenze non manca mai un tocco di ironia. Così nasce la prima “buchetta del libro” al mondo: un omaggio alle storiche buchette del vino, ma con un contenuto completamente diverso. Qui non si versa il Chianti: si servono libri. Un gesto che fa sorridere, ma soprattutto invita a riscoprire un rapporto più diretto e immediato con la lettura.
Dentro la libreria: pochi metri, molte possibilità
Gli scaffali verdi e i mobili anni ’50 ospitano una selezione curata dagli esperti dell’associazione e dagli autori amici del festival: novità editoriali, titoli in classifica, ma anche i “già letti” che hanno fatto innamorare il team, le scommesse personali e i libri pensati per approfondire temi e dibattiti contemporanei.
Niente caffetteria, niente vino in mescita, niente distrazioni: solo libri e una poltrona per due, sostenibile e in carta riciclata, che invita a sedersi, parlare, condividere pagine come si farebbe in salotto tra amici.
Una comunità che ha già fatto molta strada
Nel tempo, La Città dei Lettori ha costruito una rete di lettori appassionati e di professionisti dell’editoria che ogni anno seguono le tappe del festival.
Da Villa Bardini alle mura di Grosseto, dall’Isola del Giglio al Teatro Politeama di Poggibonsi, il progetto ha portato in Toscana autori come Ian McEwan, Bret Easton Ellis, Bernardine Evaristo, Michela Murgia, Francesco Guccini, Irvine Welsh, Roberto Saviano e i finalisti del Premio Strega di ogni edizione dal 2018.
La libreria vuole essere l’estensione naturale di questa comunità: un punto d’approdo, un luogo in cui si entra per curiosità e si resta per affezione.
L’inaugurazione: sabato 29 novembre
Il taglio del nastro è previsto per sabato 29 novembre, dalle 10.00 alle 19.30, con una giornata aperta a tutti e in collaborazione con le attività storiche del quartiere.
Poi, la libreria seguirà un ritmo tranquillo e controcorrente: dal martedì alla domenica, 15.30 – 19.30, con aperture straordinarie a sorpresa.
Il piacere di perdersi in pochi metri quadrati
In un quartiere come Santo Spirito, che cambia ma conserva un’anima solida, questa nuova apertura sembra un invito gentile: fermarsi un momento, scegliere un libro, ritrovare la lentezza delle cose fatte con cura. Perché la misura non è mai nei metri: è nella comunità che si crea attorno alla lettura. Ed è proprio lì che La Città dei Lettori ha deciso di restare.
E noi abbiamo deciso di scambiare quattro parole con Gabriele Ametrano.
Aprite una libreria, mi viene da chiedere: che librai siete?
“Non siamo librai, siamo lettori dell’associazione Wimbledon, l’unico libraio che c’è è Walter Cutolo e Marco Giannaccini che sono due persone che hanno già lavorato in librerie. Amiamo leggere, amiamo i libri. La libreria troverà questo tipo di scelte. Siamo lettori, ci piacciono determinate letture diverse. Abbiamo una bella scelta ma siamo indirizzati su quello che ci piace e quello che vogliamo trasmettere. È un po’ come sempre “La città dei lettori”, nata come un’idea tra amici lettori che vogliono promuovere la lettura cercando di trovare la qualità, il divertimento, la passione. Questa è l’idea”
Chi viene in libreria che libri può trovare? Quelli de “La Città dei Lettori“?
“No, trova molto di più: tanti stranieri, tanti italiani. Abbiamo inserito i “Mai più senza” che sono i nostri libri selezionati: ad esempio, Oriana Fallaci “Un uomo” che è il mio libro preferito; Pratolini perché siamo in Oltrarno con “Le ragazze di San Frediano”; “Furore” di Steinbeck, che è un libro che abbiamo scelto in diversi; Italo Calvino; dei classici ma anche Fabio Genovesi “Chi manda le onde”; “Il conte di Montecristo” che avremo anche in un’altra versione Bompiani perché anche le traduzioni sono importanti. Abbiamo “I già letti” che sono i libri de “La Città dei lettori” e trovi anche chi è venuto al festival. Poi abbiamo Einaudi, Feltrinelli, Adelphi. Stiamo cercando di arricchire il più possibile la selezione ma lo spazio è questo, quindi scegliamo quello che più ci piace”.
E la buchetta del libro?
“Nasce come provocazione alla città perché la “Città dei lettori “ è sempre stata attenta a quella che è l’attività della città e della cultura, abbiamo fatto un festival a titolo gratuito, la libreria non ha elementi di cibo o vino. Molte librerie storiche ormai sono ristoranti. Dobbiamo prendere atto della tendenza a vivere di quel tipo di attività e non di libri, che diventano una copertura. Questa è una libreria “secca”, così come la vedi così rimarrà. Non voglio che cambi una virgola da quello che stiamo creando che è un contenitore di libri, di cose che per noi sono preziose. La buchetta è un gioco ma con l’ironia del “vi prendiamo anche un po’ in giro”. Anche a Firenze ormai nascono buchette finte del vino ovunque, e noi facciamo la buchetta del libro che è un modo per dare spazio alla cultura che non è solamente vino. Firenze non è solamente cibo ma è anche e soprattutto cultura e letteratura. Non ci scordiamo che questa città ha dato il via a diverse ondate letterarie che hanno portato cambiamenti in tutta la letteratura italiana e nel mondo. Diamo merito a questa città di essere uno dei capisaldi della letteratura”.
La scelta dell’Oltrarno?
“È stata un’occasione di aver trovato uno spazio, è un quartiere che non ha una libreria. Ce n’era una per bambini, abbiamo trovato un buon punto. Per il momento il nostro progetto durerà un anno, poi vediamo come si evolve. L’idea è quella di coinvolgere il quartiere che è storico. Durante l’inaugurazione e anche successivamente ci saranno iniziative per coinvolgere le attività commerciali: compri un libro e hai un vantaggio nel quartiere. Potremmo definirci una libreria di quartiere ma non lo siamo per quello che il festival ha fatto: ampio respiro per inserirsi nel territorio. Nasciamo a Firenze ma poi la visione è più ampia “.
foto di copertina: Cristina Andolcetti



