Un nuovo progetto Punk nasce a Firenze. È Drops, spin-off di Almagreal, uno spazio culturale e indipendente per creativi.

Il primo dei tre appuntamenti in programma a inaugurare la “primavera punk del design fiorentino” è il 18 settembre con l’artista Giuseppe Lo Cascio, in dialogo con Francesca Bongioanni, conservatrice della Fondazione Alinari.

Giulia Reali, direttore creativo e strategico dell’agenzia, ci svela l’importanza di creare luoghi contemporanei di condivisione delle arti come fucina di ispirazione, perché insieme incontro e curiosità creano match virtuosi.

Giuseppe Lo Cascio

Giulia, qual è la vision del progetto DROPS?

Drops nasce da un’idea che è germinata in me in tutti questi anni di lavoro nell’ambito del design e della direzione creativa alla guida di Almagreal, un fluid independent creative studio in Firenze. La mia formazione e passione nell’ambito del design, della fotografia, delle arti performative e non, mi hanno sempre spinto a portare nei progetti commerciali per i miei clienti qualcosa che avesse un touch di ricerca creativa, oltre che uno spirito commerciale.

Nel 2025 ho deciso che era giunto il momento per Almagreal di aprire un luogo di progettazione per fare cultura e confronto proprio su questi temi. Drops si configura quindi come uno spazio aperto per riflettere su tematiche contemporanee, un luogo di scambio di idee, pensieri e visioni e un terreno di creazione. Un progetto culturale variabile, aperiodico e indipendente dedicato a cose inerenti al design, nella sua accezione più ampia.

È uno spazio di dialogo che mancava a Firenze. Pensi che si rivolga la giusta attenzione al design contemporaneo?

Firenze è una città con una grande tradizione nel design, non a caso abbiamo la sede dell’ISIA Firenze, una dei più validi istituti pubblici di formazione appartenente al Miur (Ministero Università e Ricerca) – oggi Mim – più precisamente nel comparto dell’Afam (Alta formazione artistica musicale). Interdisciplinarietà nella progettazione, approccio sistemico, design radicale sono le radici nate lì e che portano a quello che oggi è il dibattito a Firenze sul design contemporaneo. Certo in città gli spazi ci sono, ma sempre pochi rispetto alle potenzialità e il dialogo non è sempre fluido. Sicuramente questa è un’area tematica di grande interesse e applicazione di cui la città potrebbe nutrirsi, promuovendo momenti aperti di incontro, visto l’alto numero di studenti proveniente anche da altri istituti privati e università.

In questo primo appuntamento inviterete un brillante artista in virtuosa collaborazione con la Fondazione Alinari. Come si sviluppa il dialogo tra ricerca artistica e archivio?

L’intervento artistico site specific di Giuseppe Lo Cascio all’interno del tema 2025 Ambiguità lucide, parte da quella sua affermazione “La memoria è la migliore cosa che non ho” e dal suo filone artistico intorno all’Archivio che può essere decodificato come depositario della memoria privata e collettiva.

L’archivio oggi è un main topic che trova espressione e applicazione nel pensiero contemporaneo. Vissuto spesso come magazzino di cose, tracce, pensieri, opere oggi diventa un immaginario comune che torna dal passato, forte nel presente.

Nelle intenzioni il progetto Drops include la ricerca e la connessione con professionisti e creativi nazionali e internazionali, curandone e promuovendone il dialogo con il territorio cittadino circostante per aprire un terreno di dibattito e confronto con il patrimonio di pensiero e di azioni di cui Firenze è ricca. Da qui la programmazione di 3 interventi intorno al design (18 settembre; 17 ottobre; 10 novembre) accompagnati sempre durante il vernissage da una conversazione tra creativo\designer e una voce controparte – accademica e non – esperta in materia.

Trovi che i confini razionali tarpino le ali della creatività anche nelle discipline metodiche?

Non credo. Sono una teorica dell’imperfezione e dell’ibridazione dei linguaggi. Sono convinta che la razionalità possa svolgere il suo ruolo se attivata da una buona dose di curiosità, follia e lucidi filtri nella lettura della realtà circostante. Ci vuole coraggio, determinazione, immaginazione e voglia di infiltrare e distillare argomenti e suggestioni. L’atto creativo non è solo un’attitudine, ma un costante lavoro sulla costruzione della propria enciclopedia culturale e artistica da cui trarre ogni giorno quell’idea che appartiene al tuo bagaglio, riposta in una qualche parte del tuo corpo e pensiero e che come un respiro sale, emerge ed esce ad inondare il progetto.

Quali skills sono necessarie in uno spirito creativo?

Uno spirito creativo è una sfaccettatura ibrida e molteplice e non si può guidare attraverso una serie di caratteristiche, perché il concetto di creatività è qualcosa di indefinito e indefinibile e sicuramente non classificabile e che risiede nel senso. Lo scarto di senso infatti è uno dei motori che genera la creatività, ma se dovessi darti 3 componenti di essa direi: intuito, competenza, esperienza. È creativo chi riesce a vedere ciò che tutti vedono ma in maniera diversa e non convenzionale. Legge laddove gli altri pensano ad un orizzonte piatto.

Qual è per Almagreal il filo rosso di tutti i vostri progetti?

Almagreal ha una componente punk che fa dell’imperfezione, dell’errore creativo e del rendere possibile l’impossibile la cifra dei suoi progetti e lavori. Si riconosce uno stile che davvero è il risultato di una ibridazione di linguaggi, tenendo attentamente gli occhi puntati su tutto ciò che ci circonda, anche se può non essere considerato contestualmente utile. Mai perdere di vista il mondo per tirare fuori cose che ci rimangono dentro. A quel punto tutto torna a galla e prende forma.

 

Info
https://almagreal.com/drops/
@drops_almagreal

Prossimi appuntamenti: 17 ottobre – 10 novembre 2025

 

in copertina: Giuseppe Lo Cascio