Li abbiamo visti live al loro esordio, circa un anno fa, niente meno che all’Anfiteatro di Fiesole. Lì li ha portati Supernova Dischi, realtà attenta alle proposte musicali più aggiornate e di respiro internazionale che la nostra città ha da offrire. Stiamo parlando dei No-Run, ovvero di Alberto e Sara.

Si sono incontrati al concerto di Birthh al Glue nel 2016: lui bassista e lei chitarra/voce in altre formazioni. “Fare il bassista non mi bastava più”, mi dice Alberto, “volevo dedicarmi all’elettronica e trovare una voce femminile. Il puzzle si è incastrato perfettamente”.

no run music

Troppo spesso paragonati ai The XX, i No-Run mi rivelano una vera e propria libreria di ascolti, raccolta grazie a una curiosità programmatica. Da Bonobo a Tycho, da Bon Iver ai Daughter, fino a nomi più di nicchia come i KLLO, che hanno anche ispirato i No-Run per il loro nome, come mi svela Sara: “C’è un loro pezzo che si intitola Nylon: sembrerebbe che No-Run sia il primo nome del Nylon, un materiale che scorre liscio, non si attorciglia…”.

Scorre così anche la loro musica, tra chillhop e suoni ambientali, con inserti anche di suoni della world music estremo-orientale. Tutte possibilità consentite dal sound design, di cui si occupa Alberto: “Tutto è iniziato un giorno che volevo andare a comprare un violoncello. Non c’era personale nella sezione archi, ma c’era un abile venditore di synth…”.

foto: Federica Narducci

Si riconoscono appartenenti alla generazione cresciuta con l’indie rock inglese: ricordano un memorabile concerto vissuto da fan, quello di Wombats, Arctic Monkeys e Kasabian e mi rivelano così un’altra grande passione condivisa, quella dei concerti live. “Siamo gli amici che vanno ai concerti insieme. Quando andava di moda il gruppo Diesagiowave, nei loro sondaggi sugli ascolti scoprivamo sempre che ascoltavamo gli stessi gruppi sconosciuti”.

Il futuro per loro parla italiano: “abbiamo deciso di sperimentare e uscire dalla comfort zone dell’inglese”. Aspettiamo le loro nuove uscite, mentre ci godiamo il video di Pyre, ironico tributo al loro mondo.

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