Valerio Bardi e Lorenzo Cipriani, due skipper toscani, hanno compiuto una vera e propria impresa: sono riusciti a portare a termine il World ARC (una sorta di rally transatlantico per imbarcazioni a vela) riuscendo a percorrere con la barca Milanto; il giro del mondo in un anno e qualche mese: unica barca a esserci riuscita, nonostante la pandemia.
Salpati dall’isola caraibica di Santa Lucia, non avevano la minima idea di ciò a cui sarebbero andati incontro. Alla baia di Atuona nel marzo 2020, si rendono conto che il mondo è cambiato. Le autorità locali intimano loro di non avvicinarsi e, anche se le altre imbarcazioni espongono la classica bandiera gialla che significa che l’equipaggio è in salute e non ci sono epidemie a bordo, non hanno il permesso di attracco. È l’inizio di una storia diversa, un viaggio inaspettato, fatto di porti chiusi e ancoraggi proibiti.
L’Odissea in una realtà non programmabile
“L’Oceano Pacifico è il più grande del pianeta. Più di due volte la grandezza dell’Atlantico, copre quasi un terzo della superficie della Terra. L’attraversamento sembra non finire mai, si perde la dimensione del tempo”. Una vera e propria Odissea, ci racconta Lorenzo, in una realtà non più programmabile. “Avessimo dovuto scegliere usando la ragione, sarebbe stato sensato fermarci, mettere al sicuro la barca e prendere un volo di rimpatrio per l’Italia… L’Australia non concedeva nessuno scalo, neanche per il solo approvvigionamento alimentare; quindi dalle isole Fiji abbiamo dovuto raggiungere l’Indonesia, attraverso lo Stretto di Torres, navigando per una lunga tratta di più di 3.000 miglia. Così come per l’Oceano Indiano, che abbiamo traversato senza soste fino alla Reunion. Ogni volta che salpavamo o che raggiungevamo terra dovevamo sottoporci a un nuovo Covid test”.
Il sogno di infondere speranza in un momento in cui tutto si chiudeva a riccio ha vinto sulla paura di non farcela. Negli occhi rimangono solo i volti amici, il mare che raccoglie tramonti mozzafiato e il rumore delle vele scosse dal vento.