Un nuovo capitolo si è aperto per la Fondazione Alinari per la Fotografia (FAF) con il suo patrimonio di oltre cinque milioni di pezzi tra scatti, documenti, libri specializzati e attrezzature tecnico-storiche. Il presidente della giunta regionale della Toscana Eugenio Giani, il presidente di FAF Giorgio Van Straten e la direttrice della fondazione, Claudia Baroncini hanno presentato i progetti futuri per rilanciare il preziosissimo archivio acquistato dalla Regione Toscana per oltre 12 milioni nel dicembre 2019.
A oggi l’intero patrimonio analogico è conservato presso i magazzini della società Art Defender di Calenzano, organizzato in depositi di massima sicurezza, ma sarà Villa Fabbricotti, appena pronta, a ospitare l’immenso archivio e gli uffici della Fondazione.
Sulla futura sede del museo la Regione sta ancora valutando i prossimi passi anche se il presidente Giani ha auspicato una sempre maggiore sinergia con il Comune, lanciando la proposta del complesso di Santa Maria Novella dove sta sorgendo il Museo della Lingua Italiana.
Nell’immediato, concluso il trasloco, Faf sarà impegnata nel restauro e nella digitalizzazione dei pezzi unici (una raccolta di dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi e altri tipi di foto scattate prima dell’avvento del negativo e quindi in unica copia). La Fondazione ha vinto un bando del ministero e ottenuto un finanziamento: al restauro e alla conservazione penserà l’Opificio delle pietre dure. La Fondazione Cassa di risparmio si è detta disponibile a sostenere parte delle spese.
Una selezione di immagini di oltre 75 maestri della fotografia e che meglio rappresentano l’imponente archivio darà vita alla mostra itinerante “Italiae. Dagli Alinari ai maestri della fotografia contemporanea” che a partire dall’estate 2021 toccherà Europa, Asia, Africa e le Americhe. La mostra sarà ospitata nelle sedi della rete diplomatico-consolare e negli Istituti Italiani di Cultura.
“La Fondazione Alinari per la Fotografia restituisce vita a un patrimonio fotografico di inestimabile valore, sia sul piano storico che culturale, a livello regionale, nazionale e internazionale. Un patrimonio che siamo oggi in grado di mettere a disposizione di tutti: cittadini, studiosi, ricercatori. Il racconto di 150 anni della nostra storia, attraverso documenti di grande pregio e di grande bellezza per promuovere la conoscenza di un patrimonio che è una fonte storica unica” ha sottolineato il presidente Giani.
“Un archivio va, prima di tutto, conservato e valorizzato – ha aggiunto Van Straten, presidente della Fondazione. “E da qui siamo partiti con il nostro primo progetto sul restauro e la digitalizzazione dei dagherrotipi della collezione. Su questa strada continueremo, ma sarebbe sbagliato considerare il patrimonio fotografico della fondazione solo un insieme di oggetti d’arte. Le fotografie sono uno strumento per raccontare il mondo del passato e quello del presente, e questa idea di racconto sarà alla base di molte nostre iniziative”.
“Uno degli obiettivi principali della Fondazione – ha concluso la direttrice Baroncini – è raggiungere e coinvolgere nelle proprie attività il pubblico, il più ampio e variegato possibile, attraverso programmi educativi per le scuole, le famiglie e gli adulti, e progetti di mediazione culturale per le comunità, che rendano accessibile e comprensibile a tutti il patrimonio Alinari. L’ambizione è anche trasformare l’archivio in un luogo di formazione sulla fotografia, autorevole, vivace e di rilievo, mettendo a disposizione di studenti, professionisti e appassionati materiali, strumenti, conoscenze e competenze”.
La storia dell’immenso patrimonio fotografico Alinari comincia nel 1852 a a Firenze, quando Leopoldo Alinari fonda il suo primo laboratorio fotografico con i fratelli Giuseppe e Romualdo: nasce la ditta F.lli Alinari.
Nel 1863, crea il più antico stabilimento fotografico del mondo, nel palazzo in via Nazionale, oggi Largo Alinari. Da allora la ditta ha fotografato il patrimonio storico artistico e architettonico italiano, le collezioni dei musei e il paesaggio del nostro paese e ha contributo a diffondere la cultura e l’arte italiana in tutto il mondo. Dopo diversi cambi di proprietà nel 1982 la Alinari passa alla famiglia triestina dei De Polo: sono loro a realizzare il Museo Nazionale Alinari della Fotografia in piazza Santa Maria Novella, ad acquisire fondi fotografici in Italia e all’estero e alla fine degli anni Novanta, e a cominciare la digitalizzazione di oltre 250mila fotografie. Immagini ora di proprietà regionale e già consultabili sul sito www.alinari.it.