Più in alto di dove si annidano gli spumoni e ancora più su di dove sbuffano i soufflé, a quelle altezze dove lo stato gassoso incontra quello liquido, sonnecchia, anzi, ondeggia l’île flottante (isola galleggiante).
Aggettivo che ben rappresenta agli occhi questo effimero dessert francese, fatto di sole uova, latte e zucchero, composto da quenelle di meringa (zucchero e albumi) cotta sulla superficie a bollore della stessa crema inglese (latte, tuorli e ancora zucchero) dove giaceranno poi per esser servite con l’ aggiunta di sole gocce di caramello.
Non si conosce quale sia l’origine precisa di questa zuppa da fine pasto, di sicuro chi l’ha ideata aveva una fervida immaginazione, una dispensa vuota e l’intenzione di naufragare in un’insostenibile leggerezza come solo i francesi sanno fare, famosi per la loro pasticceria eterea e fragrante anche quando contiene un panetto di burro, figurarsi quando si addentrano in preparazioni anche note anche come œufs à la neige (uova alla neve).
Il primo scritto dove troviamo traccia di questo dolce futuristico è una lettera del 1771 di Benjamin Franklin – noto per inventiva – nella quale racconta di averle mangiate per cena. In un libro statunitense di ricette del 1847 viene elencato tra i dolci tipici dei buffet delle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza.
Dolce arioso seppur senza lievito, fatto di nuvole galleggianti seppur senza acqua, che vi suggerirà come navigare – ancora – a vista in questo inizio d’anno e di era dell’Acquario e di conservare l’energia per mordere per tempi più vitali.