Torna in città, dal 6 all’11 ottobre, la rassegna che presenta la cultura mediorientale più contemporanea, con un ricco programma di cinema – oltre 40 film in anteprima, con proiezioni sia in sala sia online – arte, fotografia, musica, fumetti, incontri, teatro, progetti ed eventi.
Il tema del Festival 2020è “Visual Voices”, esempio di come le espressioni culturali visive siano strumenti attivi di impegno sociale in Medio Oriente, immagini e voci che lanciano messaggi di cambiamento.
Novità assoluta di questa edizione, che si terrà tra Cinema La Compagnia, Cinema Stensen, MAD Murate Art District è “MUSIC FOR FILMS”, un nuovo focus dedicato alle colonne sonore di film mediorientali, che indaga sul contributo creativo che la musica dà alla pratica del fare film.
MFF sarà presentato da un ospite speciale come il talentuoso musicista Omar Fadel, compositore pluripremiato di film, serie tv e video games (dal videogioco “Assassin’s Creed” al film satira “The Dictator” di Sacha Baron Cohen, fino al corto candidato all’Oscar “Day One”).
Evento di punta di questa edizione del festival è la mostra di arti visive “7X7 Middle East”, curata dall’artista e designer libanese Roï Saade e co-prodotta assieme a MAD Murate Art District. Protagonisti 7 giovani talentuosi fotografi mediorientali – Myriam Boulos, SinaShiri, Abdo Shanan, Ameer Al-Shaeli, Reem Falaknaz, Erdem Carol, Mouad Abillat – riuniti per fornire una personale prospettiva visiva della loro città – Baghdad, Beirut, Marrakesh, Tehran, Dubai, Istanbul e Algieri – raccontata in un giorno specifico della settimana.
Le immagini realizzate dai 7 artisti coinvolti andranno in mostra negli spazi di MAD Murate Art District(dall’8 fino al 31 ottobre 2020)e il progetto prevede anche la realizzazione di uno speciale “newspaper”: un quotidiano nelle cui pagine si svilupperà il racconto per immagini di ogni giorno di una ipotetica settimana in Medio Oriente.
E ancora… “Il Medio Oriente a fumetti”un nuovo progetto dedicato al fumetto e alla graphic novel, che si propone di osservare il Medio Oriente da un punto di vista diverso dal solito: storie a colori o in bianco e nero si inoltrano nella complessità di questa regione, per cercare di spiegarla a giovani e meno giovani.
Punti di vista alternativi, diversi dalla versione saggistica o televisiva, spesso mettono in luce ombre inquietanti o fatti ignoti, ma si propongono anche di scardinare pregiudizi e stereotipi ormai consolidati.
Grandissima attenzione all’Iran, quest’anno: ad aprire la rassegna sarà infatti il documentario “Sunless Shadows”, girato in un centro di detenzione giovanile femminile del paese (miglior regia al festival IFDA di Amsterdam). Saranno poi proiettati anche “Shouting at the Wind” di Siavash Jamali, storia di un adolescente che vive in uno dei sobborghi più difficili di Tehran e che sogna di cambiare il suo destino attraverso la musica e il documentario “Formerly Youth Square”, in cui la regista-giornalista Mina Akbari racconta le difficoltà e le insidie dell’essere giornalista in Iran.