di Andrea Bertelli

In Germania, il reinheitsgebot o editto della purezza del 1516, tutt’ora esistente e applicato, sanciva il periodo di produzione della birra, che andava da settembre a marzo.

Le Märzen, appunto rappresentavano proprio quelle ultime birre che venivano brassate prima della fine della stagione.
Le date di inizio e fine del periodo brassicolo coincidevano con le festività di San Michele e San Giorgio, rappresentati come Santi “armati” a protezione della birra.

Le temperature allora erano ben diverse da quelle di adesso, si stima fossero inferiori ai 15 gradi, consentendo così alla birra di fermentare al sicuro dalla minaccia dei batteri che sviluppano l’acido acetico. Il nome Märzen deriva da März (marzo in tedesco) e indica il mese in cui storicamente veniva prodotto questo stile di birra. Essendo una delle ultime birre della stagione, veniva brassata usando tutto l’orzo rimasto in cantina, normalmente caramellato a seguito della tostatura, ciò donava alla bevanda un colore dorato scuro, ambrato rossiccio.


La grande quantità di malto utilizzata donava alla birra un tasso alcolico superiore che ne consentiva la conservazione per un periodo più lungo, tanto da poter essere consumata durante i festeggiamenti per il nuovo raccolto.Oggi questo stile si caratterizza per un complesso gusto maltato, che può includere un aspetto tostato. L’amaro da luppolo è moderato e il sapore va da basso a nullo.
Il bilanciamento va verso il malto, senza risultare dolce.
In questi casi, c’è poco da dire, una birra tira l’altra.

Ein prosit!