di Beatrice Tomasi
Firenze è da sempre stata al centro del mio più classico odi et amo esistenziale: è forse la città che mi ha più scatenato panico, angoscia, terrore, voglia immediata di fuggire, e allo stesso tempo irrinunciabile attrazione fatale. Difficile manifestare tutto ciò, perché insomma, il capoluogo, la città di Dante, proprio io che sono la Bea e che all’estero per dire il mio nome aggiungo sempre “like Dante’s girlfriend”.
A Firenze ci venivo in gita ai tempi della scuola, e poi praticamente per un unico motivo: svaligiare la Feltrinelli – nella Conca da dove provengo di librerie ammodo ce ne sono ben poche. E sono stati proprio i libri che poi mi hanno fatto superare il turbamento scatenato dalla giungla urbana. È iniziata una vera e propria rivoluzione galileiana, nonché una gara con me stessa che mi ha portata sempre più a mettere da parte la paura, per fare posto alla meraviglia: frequentare presentazioni, festival, persone che si impegnano nel concreto per creare bellezza.
Sono una bestiolina curiosa e piena di fastidioso entusiasmo, d’altra parte, e adesso non riesco più a farne a meno. Di farlo da sola, però, mi sono un po’ stancata: ho voglia di creare, con e per voi, una mappetta delle realtà fiorentine che ruotano intorno al libro. Eventi, festival, gruppi di lettura, associazioni, librerie, case editrici, biblioteche, mercatini dell’usato… senza tralasciare, talvolta, di perdermi ad ammirare una città che scoppia di cose belle: ogni tanto si nasconde perché forse stanca di essere guardata, ma io, che ho imparato ad amarla tardi, mi voglio mettere in pari. Venite con me a fingervi flâneurs? Il mio zainetto e le puntine sono già pronti.