di Tommaso Ciuffoletti
Ho appena finito di vedere il pluri-acclamato film americano, in cui il monologo di un grande attore deve sostenere una sceneggiatura grossolana, il cui senso è: il mondo è ingiusto e allora io divento cattivo.
Prendete quella sceneggiatura e ribaltatela: il mondo è ingiusto e allora io divento buono.
Questo non renderà il mondo più giusto, ma forse farà soffrire qualcuno un po’ meno. Di certo passerete da una sceneggiatura grossolana, ad una realtà sorprendente. Anche in questo caso c’è del trucco ed un cappello, un mantello e pure un taxi. Milano25, che un tempo era di Stefano, prima che un cancro ai polmoni lo portasse via. La storia avrebbe potuto finire lì, ma non sarebbe stata la storia di Caterina che amava Stefano e che ha preso quel taxi per farne un veicolo d’amore.
Colorato, come lei, a nascondere un po’ la timidezza e un po’ la paura di mostrare a tutti la voglia di non arrendersi. La sua è quella dei suoi passeggeri, bambini che Caterina accompagna all’ospedale e fa sentire dei supereroi. Se questo vi sembra molto, nessun problema. Lei fa di più. Andate sul sito www.supereroitaximilano25.it e scoprite come tante storie siano percorsi che non si fermano all’ingresso di un ospedale, ma continuano e diventano amicizie e affetti che durano nel tempo. Caterina Bellandi è una donna più eccezionale di quel che si possa credere. Più di ogni cinismo distratto di questa città spesso facilona, quasi quanto una sceneggiatura americana. Milano 25 è anche una Onlus.
Se vi va, sostenetela.