Il più atteso ritorno di fine estate: un festival diffuso in tanti luoghi della città
Anche quest’anno Fabbrica Europa si prepara a mettere in scena una ricca carrellata di spettacoli di arti performative che tracceranno un’inedita mappa di Firenze dal 13 settembre al 12 ottobre, intrecciando danza, musica, teatro e multimedia, un arcipelago di linguaggi che parlano al presente, per rappresentarlo e interrogarlo. Organismo poroso, in dialogo continuo con i luoghi e le persone, dopo essere uscita dalla sede della Stazione Leopolda, Fabbrica Europa abita musei, teatri, chiostri e spazi industriali riconvertiti, raccoglie voci dall’Africa e dall’Estremo Oriente, ma anche i corpi dei danzatori per restituirli come visioni, esperienze, ferite e possibilità. Il Festival è una geografia poetica e politica, in cui artisti affermati e giovani autori coesistono senza gerarchie, e in cui la scena si apre come uno spazio di ascolto radicale, rito condiviso, desiderio di comunità.
Da Castellucci a Mouvoir & École des Sables: un incontro tra culture e messaggi universali all’interno di Musei, sale istuzionali ed ex fabbriche
L’inaugurazione, Senza titolo di Romeo Castellucci, presso la Ciminiera ex centrale termica Fiat, è già una dichiarazione di intenti: una processione silenziosa di corpi che, con un gesto ancestrale e ripetuto, evocheranno antichi rituali, esprimendo un’arte che non grida ma incide e si fa carne. Seguiranno artisti come Rocío Molina, stella del flamenco contemporaneo, che al Teatro della Pergola interpreterà il flamenco come trance e possessione, come duello amoroso tra corpo e chitarra. Mouvoir & École des Sables rifletteranno sull’ospitalità non come tema ma come pratica, con un cast afro-europeo e Leïla Ka metterà in scena la fragilità e la forza dell’essere donna in una danza vertiginosa di abiti e identità. Non mancheranno incursioni sonore nel cuore dei musei: dal live visionario di Maria Chiara Argirò al duello mediterraneo tra Redi Hasa e Paolo Angeli.
Verso un nuovo pubblico a cui offrire l’arte come strumento per interpretare il presente
Il Festival di quest’anno sarà ancora più del solito un vero laboratorio, un terreno in cui far germogliare nuove forme di abitare il tempo e lo spazio. Dalle grandi sale istituzionali ai chiostri nascosti, dai centri culturali alle periferie creative, ogni luogo diventerà una scena e ogni spettatore sarà chiamato a scegliere il proprio attraversamento e a perdersi in una cartografia fatta di esperienze e incontri. Verranno aperte le prove al pubblico che sarà invitato a osservare la creazione mentre accade prima del gesto compiuto. Si parlerà di ospitalità mettendo in dialogo continenti (come nell’incontro fra Germania e Senegal in Until the Beginnings) e saranno realizzate alleanze inedite tra arte, architettura e cittadinanza. In bilico tra l’urgenza del gesto e il bisogno di visione, Fabbrica Europa ci ricorda che l’arte non è un altrove, ma è un dispositivo per abitare il presente e stare insieme nel mondo, tra i vicoli e le piazze, ex fabbriche e teatri si cammina con passo leggero ma ostinato, e ogni passo è un varco verso un mondo che ancora non c’è, ma che la scena, per un attimo, ci fa immaginare possibile.
FABBRICA EUROPA
dal 13 settembre al 12 ottobre
luoghi vari