Il 20 giugno ha preso il via la 28ª edizione del Festival realizzato dalla Fondazione Armunia, con una due giorni intensa e visionaria dedicata a Toscana Terra Accogliente, progetto che ha trasformato la Costa degli Etruschi in una fucina di teatro e danza fuori dalle logiche di mercato. Sei compagnie, incontri nazionali, riflessioni collettive e l’inizio di un festival che è molto più di una rassegna, ma un vero e proprio ecosistema di corpi, pensieri e comunità in movimento.

Mezzopalco – Usine Baug @ P. Pingitore
L’anteprima del Festival, un respiro collettivo fuori sincrono
Una due giorni dal sapore di un’invocazione, un modo per dire che si può ancora fare arte senza chiedere il permesso, senza aspettare l’ok del mercato, senza correre dietro agli algoritmi. Si può ancora creare dal margine, abitare il confine, scomporre le forme e da lì parlare alla comunità. Tra il Castello Pasquini di Castiglioncello e la Sala Don Nardini di Rosignano Marittimo, la Fondazione Armunia ha acceso i motori di una 28ª edizione che promette molto più di un cartellone, bensì un ecosistema temporaneo, un luogo altro dove praticare visioni laterali e immaginare alleanze. Tutto è cominciato con Toscana Terra Accogliente, la vetrina delle Residenze Artistiche Toscane che si è fatta rito, incontro, esperienza e tentativo di riscrivere le regole del gioco.
Un sistema che respira fuori tempo: sei compagnie selezionate per l’anteprima
Chi c’era lo ha capito subito, quella che si è celebrata nei primi due giorni di InEquilibrio non è stata una semplice anteprima ma l’atto fondativo di un possibile nuovo sistema di creazione: sei compagnie – CTRL+ALT+Canc, Les Moustaches, Teatro dell’Elce, Opera Bianco, Tristeza Ensemble, Ilenia Romano – sono salite sul palco con i primi esiti del lavoro svolto grazie al supporto delle 33 Residenze Artistiche Toscane. Oltre 300 i progetti candidati, sei quelli selezionati che hanno occupato lo spazio scenico con coraggio e irregolarità. Non a caso il teatro che ha inaugurato InEquilibrio inciampava, cadeva, si rialzava, come accade a ciò che è vivo. La fame raccontata da Les Moustaches, le visioni taoiste reinventate da Tristeza Ensemble, il consultorio sentimentale costruito con Čechov dal Teatro dell’Elce. Ma anche le convulsioni poetiche di CTRL+ALT+Canc, il corpo onirico di Ilenia Romano in Sky Castaways, il gesto che si fa cinema muto di Opera Bianco. Tutti pezzi di un mosaico dissonante, che ha avuto il merito di non fingersi altro.

Elisa Sbaragli – Se Domani – Foto di Giulia Lenzi
Convegni come atti performativi per riscrivere la grammatica della scena indipendente
“Dal microcosmo al sistema” non è rimasta una dichiarazione d’intenti, ma si è fatta titolo di un incontro che ha messo attorno allo stesso tavolo istituzioni, operatori, critici, artisti e progetti analoghi da tutta Italia, una vera e propria cartografia dell’altro modo possibile di fare teatro, in una sala riempita per autentica necessità di ascolto. Tra gli ospiti compagnie provenienti da Nord a Sud per riscrivere la grammatica della scena indipendente: Sinapsi, RAM, ERetici, Bottom Up. Chiara la conclusione degli incontri, ovvero che l’utopia da sola non basta ma serve organizzazione, tempo, cura e un pubblico pronto a mettersi in discussione.
Il festival che ci aspetta: mappe, corpi, esperimenti sulla costa degli Etruschi
Dal 26 giugno inizia un viaggio lungo tre settimane che trasformerà Castiglioncello e Rosignano in un laboratorio a cielo aperto con un programma che è una costellazione di debutti, prime assolute, esperimenti e ritorni attesi, distribuiti lungo direttrici tematiche e stilistiche.
Il teatro è il cuore pulsante del festival, con oltre 20 titoli che oscillano tra parola, corpo e installazione. Da Cinema Impero di Muna Mussie, esperienza immersiva per uno spettatore alla volta, alla nuova creazione di Luca Oldani in memoria di Alberto Dubito. Da Troilo e Cressida riletto da I Sacchi di Sabbia al monologo cantato di Tindaro Granata sulle note di Mina. Senza dimenticare Quaderno/Greta Garbo di Daria Deflorian e Viaggio in Armenia di Silvio Castiglioni.
La danza invece si espande come un respiro irregolare, tra nomi storici e nuove promesse. Doris Uhlich porta in scena una ex étoile ottantenne, mentre Silvia Rampelli intreccia i corpi di Stefania Tansini, Valerio Sirna, Alessandra Cristiani. Il duo Abbondanza/Bertoni debutta con Epiphanīa, mentre Vasiliki Papapostolou ci consegna il suo Panopticon. E poi la poesia fisica di Sahar Damoni, le composizioni di Ninarello, la delicatezza autobiografica di Teodora Grano.
Il progetto Toscana Terra Accogliente, che ha inaugurato il festival, prosegue sotto traccia per tutto il programma, come una radice che nutre. Le compagnie in residenza non sono vetrina, ma linfa: gli spazi di Armunia restano aperti, in attesa di nuovi germogli.
La sezione tout public abbraccia famiglie e bambinǝ senza paternalismi, con proposte che mischiano poesia e gioco. Dallo spettacolo itinerante Bubble Risciò di Michele Cafaggi alla mappa emotiva dell’infanzia tracciata da Gli Omini in Sbucci/Rosignano Solvay.
Il circo e la musica portano una ventata di caos gioioso. Il duo Wunder Tandem mescola clown e synth punk, mentre il concerto Blake Eternal Life di Giacomo Vezzani trasforma le poesie di William Blake in una performance sonora. Il teatro si espande oltre la scena, vibra, si contamina.
Le presentazioni si fanno racconto e archivio: il documentario sui 30 anni de I Sacchi di Sabbia (Più verve non serve) e il libro di Elena Guerrini sono gesti di memoria condivisa.
I laboratori sono un invito a entrare: scrittura poetica con Elena Guerrini, improvvisazione con Michael Getman, danza con Michele Merola, movimento con Ninarello, ma anche esperienze partecipative come Io ti vedo, immersi nella natura e nell’ascolto. A Rosignano, anche gli ospiti dell’RSA diventano parte attiva con il progetto Finestre sull’anima.
Le mostre raccontano l’invisibile. “Sipario” è il diario per immagini delle residenze Armunia. Il concorso Il castello di Calvino, nel quarantennale della morte dell’autore, espone opere di giovani illustratori: sarà il pubblico a scegliere chi disegnerà la prossima stagione di Armunia.
Gli eventi partecipativi, infine, trasformano i cittadini in protagonisti. Nel Pop Corner allestito nel parco del Castello Pasquini, chiunque può portare il proprio gesto: letture, danze, disegni, voci. Una comunità scenica che non finisce mai.

Grosse Fugue, foto di Nicola Stasi
Dove nasce il possibile, scarpe comode e domande irrisolte
InEquilibrio è il contrario dell’intrattenimento, non ti distrae ma ti interroga e lo fa dal margine – geografico, artistico, esistenziale – da cui possono partire solo parole sincere. È un festival che non vuole piacere a tutti, ma ha l’intento di parlare a chi ancora cerca di riflettere e mettersi in discussione. Se vi capita di arrivare sulla Costa degli Etruschi in questi giorni, portate scarpe comode e almeno una questione irrisolta, non è detto che troviate risposte, ma troverete chi ha scelto di restare in scena e di farlo insieme.
InEquilibrio Festival
Dal 27 giugno al 6 luglio
tra Castiglioncello, Rosignano Marittimo e la Costa degli Etruschi (LI)
Info: www.armunia.eu
Su FB: armuniateatro
Su IG: @armuniateatro
Su X: armuniateatro
Su YT: fondazionearmunia
In copertina: Come back again – Foto © Alexi Pelekanos