Il museo nazionale del Bargello è un enorme serbatoio di arte moderna. Entrando, le pagine dei manuali di Storia dell’Arte si materializzano e acquistano concretezza. Il 18 aprile è stata riaperta al pubblico la sua sala più imponente: il Salone di Donatello, la zona, forse, più importante del museo, cuore pulsante della prima scultura rinascimentale fiorentina.
Il salone prende il nome, non a caso, dalle nove sculture di Donatello esposte; tra queste, il David bronzeo, al centro della sala, il piccolo Attis, o Amorino, un demonietto felice e rubicondo con la testa circondata da una coroncina di fiori, la coda di capretto e i piedini alati, il maestoso San Giorgio, inserito nella nicchia originale prelevata dalla Chiesa di Orsanmichele che guarda fuori una delle grandi vetrate e la Crocifissione che, in questo breve itinerario donatelliano, ci ricorda di quando, meravigliato, lo scultore associò il suo Cristo a un contadino, rispetto a quello maestoso e regale scolpito dall’amico Brunelleschi. Queste opere, durante i lavori di riallestimento, hanno subito degli spostamenti per intessere un dialogo rinnovato e, in certi casi, un confronto diretto, che dimostri l’evoluzione stilistica dello scultore.
Il viaggio da manuale all’interno del salone continua con la presenza delle due formelle che hanno dato inizio al Rinascimento fiorentino nel 1401: i due Sacrifici di Isacco presentati dallo stesso Brunelleschi e da Lorenzo Ghiberti per la porta Nord del Battistero.

Foto: NicolaNeri
Il restauro del salone
Opere di tale portata sono ospitate in uno spazio non meno importante: il salone, dalle dimensioni mastodontiche, ha richiesto durante i restauri, supervisionati da Benedetta Cantini, un’attenzione particolare per la costruzione dei ponteggi e delle impalcature necessarie, con un progetto curato da Ilaria Ciseri, funzionario responsabile del Museo, e coordinato dal Direttore generale dei Musei Massimo Osanna.
Tutto ciò che è parte di questo immenso spazio, dalle volte, alle decorazioni architettoniche e lapidee, ha richiesto studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori, per conservare e consolidare gli elementi storici e strutturali dell’ambiente. I restauri alle superfici intonacate e dipinte, non essendoci tracce di ridipinture, hanno conferito una nuova luce all’ambiente, subendo un processo di pulitura complesso, affiancato da una mappatura delle zone danneggiate dal tempo. Ciò che ha interessato un lavoro di ridipintura, inoltre, è stata la sezione decorativa presente sui costoloni: l’intervento è stato mimetico e non invasivo, permettendo all’occhio del visitatore di poter osservare nella sua uniformità un complesso sistema decorativo.
Il restauro, inoltre, non ha riguardato solo il salone, ma anche alcune delle opere esposte, come la terracotta invetriata di Luca della Robbia, Madonna delle Cappuccine e Il San Giovanni Battista di Michelozzo di Bartolomeo che ha rivelato una sorpresa: sulla superficie scultorea erano presenti tracce di doratura non rinvenute precedentemente, consolidate con una tecnica al laser per restituire in una forma nuova e più coerente all’originale questa scultura.

foto: Nicola Neri
L’allestimento
Il Direttore Massimo Osanna afferma che il nuovo allestimento è dotato di un «percorso espositivo rinnovato e accessibile»: la leggibilità delle opere è migliorata grazie a un uso del colore, sulle pareti, funzionale alla loro osservazione; il salone, infatti, appartenendo al nucleo più antico dell’edificio (XIII secolo), non è costruito per essere potentemente luminoso, ma gioca, originariamente, sul rapporto tra immense vetrate e massicce pareti in pietra, creando un’aura di sacralità coerente con la funzione originaria di Sala dell’Udienza in cui si riunivano podestà e rappresentati del popolo. Altro elemento importante, sottolineato da Ilaria Ciseri, è stata la messa in sicurezza di alcune stature con dispositivi antisismici e l’aggiornamento delle didascalie con sistemi multimediali, come i QR Code, che rendano la fruizione delle opere più accessibile e inclusiva. Fondamentali per la rinnovata collaborazione del Museo con la Galleria dell’Accademia, la versione audio che consente una fruizione agevolata per i visitatori ipovedenti, così come gli opuscoli in braille che saranno disponibili a partire da maggio.
Un ulteriore passo importante compiuto per la riapertura del Salone è stata la ricollocazione nelle sedi di provenienza di alcune opere del Museo: tra questi, lo Stemma Martelli di Desiderio da Settignano è stato riportato al Museo di Casa Martelli e le due Sibille di Michelozzo sono esposte, attualmente, al Museo di Orsanmichele.
Per ulteriori informazioni:
Musei del Bargello
MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO
Via del Proconsolo, 4 – 50122 Firenze
Telefono +39 055 0649440
www.bargellomusei.beniculturali.it
foto di copertina: ©NicolaNeri