Due chiacchiere con Senka Majda, iParticipate

Il referendum sulla cittadinanza si inserisce in un dibattito che da anni interessa il panorama politico e sociale italiano. Ed è uno dei temi di maggior vitalità per le delle seconde generazioni. Promosso da diverse realtà del terzo settore e da soggetti politici, il percorso ha preso il via a settembre 2024 e ha già raccolto oltre 600.000 firme. Tra i principali promotori a Firenze c’è l’associazione IParticipate, attiva dal 2015 nell’ambito dell’attivismo sociale e dell’inclusione dei giovani con background migratorio.

foto: Luca Grillandini

I quesiti

Secondo Senka Majda, attivista di IParticipate e tra le promotrici del referendum, “i quesiti sono molto delicati perché riguardano sia i diritti di cittadinanza che quelli dei lavoratori. Condizioni di lavoro buono e dignitoso”. Il legame tra cittadinanza e accesso al mercato del lavoro è uno degli aspetti centrali della proposta referendaria: “senza la cittadinanza italiana alcuni diritti sono impediti quali l’accesso a determinati contesti lavorativi. Sono questioni complementari”.

Il referendum mira a riportare al centro dell’attenzione una battaglia che in passato ha visto diversi tentativi legislativi, mai approdati a una soluzione definitiva. “Se negli anni precedenti sono stati attivi numerosi processi simili è perché all’ultimo sono subentrate cause di forza maggiore”, osserva Majda. “Ma adesso molte sono le realtà e le urgenze che stanno unendosi per dare sempre più forza alla proposta”

Parallelamente alla questione della cittadinanza, il referendum solleva anche il tema del voto per i fuori sede. “Andiamo di pari passo anche con la promozione del voto ai fuori sede. Questo vuol dire escludere ancora di più i giovani dal meccanismo partecipativo e democratico”. L’obiettivo è ampliare la partecipazione e garantire che chi vive stabilmente in Italia possa avere voce nelle decisioni che riguardano il proprio futuro.

foto: Luca Grillandini

Non c’è ancora una data ufficiale

Al momento non è ancora stata definita una data ufficiale per il voto referendario, ma è probabile che coincida con le elezioni amministrative. “Ancora non abbiamo la data del referendum, che uscirà a breve. Probabilmente la data sarà quella delle elezioni amministrative. Se riuscissimo a sbloccare il voto fuori sede sarebbe ancora più vicino il successo”.

Partecipazione, coscienza e consapevolezza

Il referendum non punta solo a un cambiamento normativo, ma anche a una maggiore consapevolezza civica. “Sarà un referendum che vuole più che altro smuovere la partecipazione, le coscienze e la consapevolezza”. Tuttavia, una delle criticità sollevate riguarda proprio l’impossibilità per le persone senza cittadinanza di esprimersi su una questione che le riguarda direttamente. “Il diritto al voto dovrebbe prescindere da un pezzo di carta. Sarà un referendum che escluderà i principali beneficiari dell’esito referendario, cioè chi cittadino non è. Bisognerebbe per una volta esentare i non cittadini e farli votare”.

L’iniziativa è aperta a chiunque voglia sostenerla, perché, come afferma Majda, “questa può essere la volta buona. Siamo in tanti e non è solo una battaglia delle seconde generazioni, ma riguarda tutte e tutti. Portare avanti una battaglia di civiltà che riguarda diritti trasversali, sia il lavoro che la cittadinanza, significa tutelare anche le persone che ci sono vicine dal punto di vista parentale, amicale, professionale”.