Seguiamo e osserviamo da tempo il fiorentino Luigi Da Rin, in arte Lazy Lazarus, giovane cantautore che mescola con gusto generi e stili. Vista l’uscita di oggi per Jipo Records del suo primo album, Split Milk, non potevamo farci sfuggire l’occasione per raggiungerlo e fargli qualche domanda.
Perché Lazy Lazarus?
La scelta di questo pseudonimo deriva da un’allitterazione che ho trovato autoironica. Ho semplicemente sostituito una lettera D con la lettera Z dal nome della poesia di Silvia Plath ‘Lady Lazarus’. Mi piace l’immagine di Lazzaro che si risveglia con una certa fatica dalla morte, fin da bambino ho sempre trovato difficile alzarmi dal letto la mattina, sono una persona molto pigra
Quanto di vecchio e quanto di nuovo c’è nella tua musica?
Credo che coesistano entrambe le anime: ci sono influenze vintage, dei richiami al passato in alcune scelte sonore, tuttavia ascolto principalmente musica contemporanea e nell’album sono state fatte scelte di ricerca e di sound design utilizzando plugin, pedali e effetti recentissimi. In ogni caso cerco di fare musica originale, di divertirmi a sperimentare e di mescolare le varie influenze che evidentemente mi attraversano cercando di non essere troppo riconoscibile o facilmente etichettabile.
Abbiamo letto che avete eroicamente messo in piedi uno studio a Firenze. Ce ne vuoi parlare?
Abbiamo messo su uno studio (TRS / Toscanella Recording Studio) per necessità. Io e gli altri membri avevamo degli spazi che usavamo singolarmente per i nostri progetti, in seguito abbiamo deciso di unire le forze, per amicizia e stima artistica e professionale, e costruire uno spazio dove possiamo fare musica a costi più sostenibili.
Nel 2024 produrre un album di questo tipo comporta una spesa enorme, che la maggior parte dei musicisti di fatto non può sostenere. Abbiamo colto l’opportunità di tornare in Via Toscanella (S. Spirito), dove anni fa avevamo una sala prove, un luogo che nel frattempo era stato abbandonato al suo destino nonostante si trovasse nel cuore dell’Oltrarno. Lo abbiamo ristrutturato e lo abbiamo cablato. L’album, dopo essere stato arrangiato in casa, è stato tutto registrato in studio. Abbiamo ospitato e curato le registrazioni di altri progetti, alcuni molto interessanti, e siamo contenti della scena che cresce intorno a questo spazio nato per favorire la ricerca musicale e sonora.
Pensi che la parola “psichedelia” sia oggi un po’ inflazionata? Ti senti tale?
Sicuramente trovo l’esperienza psichedelica affascinante, in musica probabilmente la parola è diventata inflazionata, credo a causa della mancanza di lessico da parte dei giornalisti del settore, tuttavia è evidente che esistano delle sonorità che rimandano ad esperienze lisergiche nella musica. Personalmente non ricerco la psichedelia ad ogni costo, se emergono sensazioni del genere ascoltando la mia musica mi fa piacere, ma non credo che quel particolare modo di processare le informazioni (l’esperienza psichedelica) sia un fine, semmai un mezzo.
Come e quando presenterai dal vivo il tuo nuovo lavoro?
Al momento stiamo lavorando al tour in due varie formazioni: una full band (cinque elementi) in partenza per le date estive e un trio (synth e chitarre) con cui abbiamo già suonato alla NOF. Il primo concerto sarà a Siena il 15 giugno, altri verranno annunciati presto.
IG https://www.instagram.com/lazy_lazarus/
foto di copertina: Lorenzo Torricelli