È il più grande verde pubblico di Firenze (160 ha): una striscia di quasi 3,5 km, larga non più di 640 m che costeggia la destra dell’Arno, dal centro storico, fino alla confluenza con il Mugnone. In una qualsiasi domenica mattina d’estate si scoprono i suoi diversi ambienti naturali e umani: l’artista che dipinge, la signora con il cagnolino, il carpentiere con il panino alla porchetta, le famiglie in bici, persino un raduno di cosplayer all’Anfiteatro. Un focus sulla bellezza del luogo e dei volti, nessuna polemica sullo spaccio e il degrado o sulla riqualificazione. Perché non è retorico chiamare Le Cascine il parco di (proprio) tutti, i fiorentini: non si ci può non affezionare, è lecito forse anche vantarsi.

1) L’indiano, Finisterrae

Raggiungere l’ultimo spicchio di terra del parco a piedi da Piazza Vittorio Veneto è una sfida vinta solo a metà, se non ci si sofferma a contemplare un orizzonte composito: il ponte del Viadotto dell’Indiano, la statua che gli dà il nome (e di cui qualche anno fa su questa rivista abbiamo raccontato la storia), l’omonima Palazzina (un tempo centro sociale famigerato e vituperato e oggi P._.A. . Palazzina Indiano Arte, bistrò e spazio espositivo), gli orti sociali dell’Argingrosso, sulla sponda opposta.

Pezzo consigliato in cuffia:

Indian Song degli Elastica (Elastica, 1995)

2) Party Ande

Sul far del meriggio, il prato adiacente il Luna Park, di fronte ad Agraria, si riempie per consuetudine di gruppi e famiglie andine. Pic Nic colorati, borse frigo di empanadas, la bachata a volumi molesti trascina i convitati nei balli più sfrenati, le cartuccere di birra sudamericana sono pronte a esplodere sui teli da mare. Porque llorar, la vida es un carnival.

Pezzo consigliato in cuffia:

El After di Clara Yolks (Lo Que Siento EP, 2022)

 

3) Partitina a cricket o esercizi mirati a terra?

Sport nazionale in patria, si coltiva assiduamente sul prato del Viale dell’Aeronautica: un po’ di Pakistan a Firenze. L’osservazione attenta del gioco è inversamente proporzionale alla comprensione intuitiva delle sue regole. Del resto, chi siamo noi per biasimarne gli appassionati, quando per padroneggiare quelle del calcio storico servirebbe un corso universitario? In alternativa, bicipiti e pettorali.

Pezzo consigliato in cuffia:

Come Around di M.I.A. (Kala, 2007)

4) Non esistono più le mezze stagioni

Stante la bellezza del meltin’ pot culturale in sé, qui è poesia. Signora mia è sempre più difficile sapere cosa mettersi prima di uscire. Basta essere sportivi e non formali. Così non è raro, su Viale Lincoln, incontrare chi sceglie un look più prudente (berretto antineve e giacca a vento) e chi, spericolato a torso nudo, cerca il sole lontano dalle spiagge. Sentirsi a casa.

Pezzo consigliato in cuffia:

Happy Together dei Weezer (Weezer – Teal album, 2019)

 

Testo di Michele Baldini
Foto di Irene Tempestini
Playlist di Leonardo Cianfanelli