Grazie a Connections, progetto artistico-culturale di Arci Firenze, sabato 28 gennaio riprende vita l’ExFila del Gignoro, una location che qualche anno fa ospitava tante delle nostre serate. Kleenex alla mano, ne parliamo con Pietro Cardelli:

Quale è stato l’impulso che vi ha spinto a togliere la polvere da quello scrigno di ricordi chiamato ExFila?

L’ExFila è un luogo che, negli anni, ha prodotto tantissimo per questa città. Uno spazio aperto, un luogo di contaminazioni, un punto di riferimento a cui lavorano tantissime realtà solo all’apparenza diverse: un circolo anti-conformista come il Cirkoloco, che vive per coinvolgere le persone con vissuti legati alla salute mentale nelle proprie attività e nel proprio lavoro; una scuola di musica; un centro antiviolenza di genere e lgtbqia+; un social coworking; una scuola di teatro; un asilo nido etc.

Ma l’ExFila, per noi ragazzi nati negli anni Novanta e cresciuti nei Circoli Arci di Firenze e provincia, era anche l’oggetto di molti racconti: i concerti a cavallo tra gli anni Zero e gli anni Dieci, la sperimentazione musicale, gli studi di Novaradio. Insomma, uno spazio di condivisione costruito a partire dalla rigenerazione di un luogo fisico – la storica sede fiorentina dell’azienda di matite FILA – e portato avanti attraverso il lavoro collettivo, la musica dal vivo e la ricerca in campo artistico. Da qui siamo ripartiti: dall’esigenza di riprendere questo cammino e condurlo su strade nuove; dalla necessità di avere a che fare con uno spazio fisico – con tutti gli elementi di cura, preoccupazioni quotidiane e soddisfazioni sudate che comprende – e non semplicemente con un progetto itinerante o una rassegna estemporanea. C’è molto della nostra esperienza nelle Case del Popolo in questo nuovo progetto.


Per noi boomer ExFila vuole dire divertimento, concerti e tanti day after problematici. Cosa significa per voi quel posto?

Per noi ExFila significa passato e presente insieme, musica dal vivo e attività sociali: qualcosa che speriamo si possa percepire anche da come stiamo promuovendo questa nuova stagione. Quando ci siamo seduti a discutere di come lanciare online le nostre serate siamo partiti dalla volontà di raccontare tutto ciò che questo spazio significa per la nostra città: un’idea di rigenerazione collettiva, condivisa e no profit; un luogo di contaminazione continua; un’esigenza di sperimentazione in ogni campo: artistico, sociale, politico. Per questo il nostro progetto cercherà di tenere assieme tutte queste specificità con l’obiettivo di trovare linguaggi originali, all’altezza dei tempi, per stimolarci e stimolare alla riflessione, al divertimento e – perché no – all’acquisizione di una consapevolezza nuova rispetto al nostro presente e a come ci è stato consegnato.


C’è un locale o una realtà in particolare a cui vi state ispirando per questo nuovo corso?

Sì, sicuramente ci sono molte esperienze che si potrebbero citare in questo senso: penso al Mercato Sonato di Bologna, ai Circoli Marea di Salerno o Zei di Lecce, all’Angelo Mai a Roma o all’Arci Bellezza di Milano. Ma – vorrei dire – il vero punto di partenza per questo nostro nuovo impegno sono i Circoli da cui proveniamo: le Case del Popolo di Barberino di Mugello, Impruneta, la Romola, Semifonte, Calenzano, Settimello, Castagno d’Andrea, Porta al Prato, Campino-Le Panche, Greve in Chianti, Peretola. Tutti luoghi, questi, in cui abbiamo imperato cosa significa, nel concreto, organizzare un concerto, promuovere una serata o sostenere una campagna, una raccolta firme o una lotta collettiva. Senza questo retroterra così vivo e così radicale, nel suo proporre nei fatti una società alternativa a quella che stiamo vivendo, non sarebbe stato possibile anche solo immaginare di gettarci in questa piccola impresa.


Una riapertura col botto, ma ci vuoi spoilerare qualcosa su quello che possiamo aspettarci per il futuro?

Sabato 28 gennaio diamo il via ad una piccola stagione che ci accompagnerà fino all’estate: abbiamo infatti in programma quattro serate, che si svolgeranno sempre l’ultimo sabato del mese. L’idea, per ogni evento, è quella di porre al centro un tema secondo noi decisivo per risolvere i nodi di questo presente e cercare di affrontarlo attraverso strumenti e modalità eterogenee, sperimentali e innovative. La prima giornata all’Exfila, per esempio, sarà dedicata alla moda etica. Attraverso pratiche composite e collettive – dallo swap party al talk, dal live alla raccolta firme, dalle proiezioni all’allestimento – cercheremo di capire insieme quanto l’industria tessile – e in particolare i grandi marchi della fast fashion – inquini l’ambiente e sfrutti chi lavora, replicando quotidianamente forme di sopraffazione in ogni nodo della sua filiera. Ogni serata all’ExFila, infine, si chiuderà con la musica: partiremo da alcuni dj set per spostarci poi sulla musica dal vivo, consci che quello è il nostro obiettivo, ma che deve essere raggiunto con consapevolezza se si vogliono evitare errori. Come dimostra la programmazione dei nostri Circoli, citati in precedenza, e della Stella Rossa Fest, a cui abbiamo lavorato tutti insieme in questi anni, la nostra direzione e le nostre scelte avranno sempre a che fare con le sperimentazione e la difformità.

 

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