Dal 5 al 13 novembre si è tenuta la 63° edizione del Festival dei Popoli, la rassegna cinematografica dedicata ai film documentari che si tiene ogni anno al Cinema La Compagnia e in altre sale di cinema d’essai nella città di Firenze. L’edizione di quest’anno è risultata particolarmente ricca e variopinta: ciò che teneva insieme le oltre cento pellicole proiettate è stata la loro natura di denuncia, nei confronti di abusi di potere, sprechi e soprusi, oltre alla sperimentazione di forme e linguaggi che la forma documentaria permette.
Vincitore del premio al miglior lungometraggio è stato Matter out of place del regista austriaco Nikolaus Geyrhalter, un film sulla scoperta dei vari spazi adibiti allo smaltimento dei rifiuti. Miglior documentario italiano è Gorgona di Paolo Tibaldi, sull’isola-carcere situata a 19 miglia dalla costa toscana che è attualmente l’ultima colonia penale agricola d’Europa. Miglior medio metraggio a É noite na América (It is night in America) di Ana Vaz; mentre è Subtotals, una meditazione sulle certezze della vita realizzato dal regista iraniano Mohammadreza Farzad, ad aggiudicarsi il premio come miglior cortometraggio.
Ospiti speciali del festival i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne, protagonisti di una retrospettiva a loro dedicata dal Cinema Stensen e protagonisti di una masterclass per la presentazione del loro ultimo film, dove hanno raccontato di aver iniziato a fare cinema «non solo pensando a un cinema militante ma con la consapevolezza che la classe operaia stava scomparendo. Quindi volevamo curare la memoria, farne testimonianza» anche andando nei quartieri popolari e raccontando le memorie della loro terra. Il loro consiglio è di non chiudersi mai nel proprio guscio e non smettere mai di essere curiosi e aprirsi agli altri: «Questa è un’epoca individualista, per questo è triste: parlare delle persone è per trovare linguaggio universale».
Questa edizione del festival ha avuto un enorme successo di pubblico: da segnalare la sezione Diamonds are forever, che ha recuperato lavori di documentariste dagli anni settanta ai giorni nostri con grandi classici come la pellicola Les Gllaneurs et les Glauneses di Agnès Varda. Degni di nota anche il documentario Se fate i bravi di Stefano Collizoli e Daniele Gaglianone che ha ripercorso le tragiche vicende legate al G8 di Genova tramite il commovente racconto di un manifestante ed Eternal Spring di Jason Loftus, documentario candidato per il Canada ai Premi Oscar come miglior film straniero che racconta dei fatti del marzo 2002, quando il segnale della TV di Stato cinese viene violato dai membri del gruppo spirituale vietato Falun Gong, con l’obiettivo di contrastare la narrazione governativa sulla loro pratica. L’originalità del film sta nella tecnica, realizzata combinando filmati dei giorni nostri con animazioni in 3D ispirate all’arte del fumettista Daxiong.