Da sempre legata all’Italia e alla nostra città, la francese Cleo T. torna a Firenze giovedì 27 ottobre per un evento gratuito al The Stellar di Piazza di Cestello, gustosa anteprima del suo prossimo album, prodotto da Alex Somers (Sigur Ros e Jonsi & Alex), e di una quantità importante di progetti che la vedono protagonista. Non potevamo farci scappare l’occasione per farle qualche domanda.

Sono passati cinque anni dall’ultima volta che ti abbiamo visto suonare in zona Firenze, cosa è successo nel frattempo?

Devo dire che ho passato un periodo dove ho congelato la mia creatività. Ho lasciato Berlino per aprire il mio studio di registrazione e il mio atelier in campagna, vicino ai vigneti di Cognac (Francia). Qui il tempo si è fermato per quasi 4 anni, prima di tutto perché mi sono dedicata a questo processo molto intenso che è dare alla luce un bambino, e poi perché il covid ha colpito tutti noi. Anche se sono stati anni molto duri per la scena artistica, mi ritengo fortunata perché ho colto questa occasione come una potente opportunità per immergermi nella creatività e portare a termine molti progetti che erano in sospeso. Ho studiato canto lirico, ho composto il mio primo pezzo per un affermato ensemble di musica contemporanea, ho scritto il mio primo libro di poesie e ho registrato diversi album.

Un fil rouge ormai consolidato lega la tua Francia con l’Italia, un legame che ha interessato anche il nuovo album. Ce ne vuoi parlare?

Assolutamente, l’Italia è sempre un centro gravitazionale per me. Abbiamo avuto la possibilità di registrare il nuovo album vicino a Bologna, nei meravigliosi Bombanella Soundscapes Studio con Davide Cristiani. È stato perfetto per il mio lento processo creativo: siamo rimasti lì 10 giorni, immersi in quei paesaggi incredibili, con la fantastica possibilità di portare con noi il nostro bambino (suo padre e io). Dopo il covid in cui tutto accadeva dietro gli schermi, era essenziale per me affrontare questo processo di registrazione “nella vita reale”, con cose tangibili come i profumi, i paesaggi (e il cibo, naturalmente). Per l’album, abbiamo registrato anche la pioggia, gli uccelli e i suoni della vita che ci circondava. Abbiamo anche messo dei microfoni su un balcone e registrato una canzone dai campi. Un’esperienza bellissima.

Continua la tua esperienza con i produttori “hero”, che dopo John Parish ti ha visto al lavoro con Alex Somers. Com’è stato collaborare con lui?

Sorprendente, affascinante e piuttosto mistico!  Alex è un artista molto misterioso e ispirato. Abbiamo iniziato con conversazioni molto intense sui sentimenti delle canzoni, sulle atmosfere. E una volta costruita questa sorta di cornice emotiva della musica, ha davvero fatto suoi tutti i pezzi. Ha portato la mia musica nel suo mondo totalmente etereo, pieno di texture sognanti e suoni organici. Ogni canzone è stata una vera sorpresa per me. Ha investito molto del suo cuore e della sua personalità artistica e sento che è un grande dono e un’aggiunta preziosa all’album.

Dai tuoi canali social ti vediamo sempre impegnata in mille progetti. Quanti di questi finiranno sul palco dello Stellar?

In realtà molti! In effetti sto attualmente sviluppando 5 progetti principali insieme al mio album da solista, e trovo davvero stimolante utilizzare tutto questo materiale creativo per progettare spettacoli unici adattati alla città, al luogo e all’atmosfera dove mi esibisco. Posso già dirvi che suonerò sicuramente alcune nuove canzoni, ma presenterò anche degli estratti da un altro progetto chiamato “ARIA” in cui reinterpretiamo famose Arie dell’opera classica con il mio partner Valentin Mussou. Questo aggiungerà un tocco italiano allo spettacolo 🙂
Includerò anche un lavoro di poesia che sto sviluppando con un teatro di Parigi intorno alle “poetesse”, poiché entrambi i temi, quello della poesia e quello delle donne nell’arte, sono essenziali per me. Sarà l’occasione per condividere alcune belle poesie italiane che ho scoperto di recente!

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